Educazione significa anche il doversi assumere le proprie responsabilità, anche e soprattutto quando si commette un errore. Il quotidiano 'La Stampa' ha pubblicato una notizia che ha come protagonista un'insegnante di una Scuola media del torinese. Siamo alla fine del mese di settembre quando nell'intervallo, la docente si accorge del comportamento poco opportuno di due ragazzini di undici anni che spingono in fondo al corridoio un coetaneo disabile, fino al punto di cercare di abbassargli i pantaloni. La docente, di ruolo da 5 anni, è prontamente intervenuta e, dopo aver parlato con la vicepreside di quanto accaduto, decide di mettere una nota sul diario dei due ragazzini.

Ultime news scuola, 13 ottobre 2016: dà una nota al figlio della docente e i genitori 'Gli chieda scusa'

Ebbene, le reazioni da parte delle mamme dei due giovani sono state, a dir poco, singolari. Una delle due madri ha invitato la docente a non registrare la nota vessatoria sul registro di classe 'altrimenti si sarebbe rivolta alla dirigente. Si è trattato solamente di un gioco, per quanto discutibile e da non ripetere'. Finita qui? Assolutamente no, perchè, pochi giorni dopo, si fa viva anche la 'seconda mamma' che, addirittura, è una collega della professoressa, visto che insegna nella stessa scuola: tra l'altro, la docente in questione si è occupata persino dell'inclusione dei ragazzi disabili.

I toni usati sono gli stessi: 'era un gioco e un gioco doveva restare', invitando la docente a preservare la buona reputazione del figlio nella scuola e a parlare direttamente con i ragazzi per un rimprovero giudicato eccessivo.

Il preside punisce tutta la classe: niente gita scolastica di inizio anno

Vi starete certamente chiedendo qual è stato l'epilogo della storia.

Ebbene, il dirigente scolastico ha provveduto a convocare tutti i ragazzi nella palestra e a comunicare loro (semplicemente) che la gita di inizio anno era stata annullata in seguito al loro comportamento scorretto durante l'intervallo. In pratica, nessun riferimento ai 'colpevoli' e nessuna comunicazione ai genitori.

Eppure la docente aveva chiesto sostegno proprio al dirigente scolastico, visto che era stata messa in dubbio la propria correttezza: 'Quello che fa più male - ha dichiarato la professoressa - è che dopo anni e anni dedicati a quella che è una 'missione' ancora prima di essere un mestiere, ci sono genitori che si ostinano a proteggere i loro figli anche quando sbagliano. Così non li potranno mai educare ad assumersi le proprie responsabilità.'