Ci risiamo, riecco la questione dei compiti a casa. Già qualche giorno fa la vicenda di quella mamma che aveva 'giustificato' la figlia in merito al fatto che non avesse studiato storia per dedicarsi un po' anche al gioco e al proprio tempo libero, aveva sollevato un polverone con tanto di intervento del ministro dell'istruzione, Stefania Giannini.

Adesso, novanta mamme di Varese sono scese sul piede di guerra, non solo contro i compiti a casa. Come riporta, infatti, il quotidiano 'Il Giornale' di oggi, giovedì 13 ottobre, le 'vulcaniche' madri hanno deciso di scrivere al sindaco affinchè quest' ultimo si faccia portavoce di nuovo progetto sperimentale di Scuola che vada ad abolire i voti e soprattutto i compiti a casa: questi ultimi verrebbero sostituiti dal 'tempo pieno'.

Ultime news scuola, giovedì 13 ottobre 2016: mamme in rivolta 'La scuola la vogliamo così'

Le caratteristiche del nuovo progetto, che verrà sottoposto all'attenzione del ministro Giannini, riguardano anche il metodo didattico e l'orario: tempo pieno, come si diceva, con quaranta ore settimanali, metà delle quali si trascorreranno fuori dalla classe, all'aria aperta; sempre all'interno del progetto, si intende dire addio ai vecchi banchi di scuola, sostituiti da tavoli di lavoro che andranno a favorire la cooperazione tra compagni di classe.

Anche per quanto riguarda l'entrata in classe, sono previste novità: non più seduti ognuno al proprio posto, ma in cerchio, 'per dare spazio alle emozioni'.

Anche il pranzo diventerà un'occasione per imparare ma soprattutto sarà da condividere con i propri insegnanti.

No ai compiti a casa e ai voti, Sì al tempo pieno

Non mancheranno, certamente, le critiche da parte di chi sostiene che il ruolo della scuola assomigli sempre di più a quello di una grande 'baby sitter' con i genitori che, impegnati tutto il giorno con le proprie attività professionali, sono poco propensi, poi, ad aiutare (spesso la sera, anche tardi) i propri figli nel fare i compiti assegnati dai loro docenti.

Docenti insicuri se si tratta di dare tanti compiti, così come ha sottolineato il ministro Giannini. Modello finlandese o no, la questione animerà certamente la discussione social nelle prossime settimane.