Parole durissime quelle contenute in un comunicato diffuso dai Partigiani della Scuola Pubblica che parlano di 'effetti devastanti della Buona Scuola', in relazione a diversi casi di suicidi avvenuti negli ultimi tempi. Due settimane fa, infatti, un docente di Catanzaro si lanciò da un viadotto mentre ieri un altro insegnante calabrese, un sessantenne originario del vibonese, si è sparato al petto ed ora sta lottando tra la vita e la morte.

Mobilità docenti, ultime notizie scuola, giovedì 6 ottobre 2016

L'accusa mossa dai Partigiani della Scuola Pubblica è rivolta al famoso algoritmo ministeriale, reo di aver lasciato vicino casa insegnanti con punteggi inferiori rispetto a colleghi che, al contrario, sono stati trasferiti anche a centinaia e centinaia di chilometri lontano da casa.

Bisogna capire il dramma di queste persone che, volontariamente, avevano preferito non inserirsi in graduatorie esaurite di qualche altra provincia d'Italia proprio per non dover abbandonare il loro luogo d'origine. Meglio precari, dunque, che assunti di ruolo ma lontano dalla propria famiglia.

Buona Scuola e algoritmo Miur: docenti si sono tolti la vita dopo esito trasferimento

Con la riforma Buona Scuola, invece, non è stato più possibile scegliere perchè la legge 107 ha messo loro davanti un 'prendere o lasciare': o fai domanda di assunzione con il rischio (più che concreto) di essere assunto in un'altra provincia o regione, oppure rinunci con la consapevolezza, in quest'ultimo caso, che, dopo i 36 mesi di servizio, quella stessa legge ti costringe, comunque, a cambiare lavoro e a lasciare la professione di insegnante.

I Partigiani della Scuola Pubblica hanno concluso il loro comunicato, sottolineando come solo un 'esecutivo forte' è in grado di prendere delle decisioni che finiscono col ledere 'impunemente gli essenziali diritti dei cittadini': si tratta di decisioni che sono state prese senza ostacoli e che rischiano, come sottolineato in precedenza, di provocare delle conseguenze drammatiche.