È di ieri sera la notizia, di alcune sentenze della Corte di Cassazione (che si attendevano dal 18 ottobre) riguardo all'abuso del precariato, che hanno lasciato tutti esterrefatti: la Suprema Corte non ha riconosciuto a chi per anni e anni ha lavorato nella Scuola, né il diritto alla stabilizzazione né il diritto al risarcimento del danno. Le sentenze della Cassazione si pongono, quindi, in antitesi a quanto stabilito dalla Corte Europea.
Cassazione, conclusioni prive di giuridicità
La Corte di Cassazione ha scioccato tutti, non si pensava mai che potesse opporsi senza alcun fondamento di diritto alla massima Corte di GiustiziaEuropea.
Perché vengono sovvertiti, senza alcun rispetto, principi che sono il valore su cui si fonda uno stato di diritto? Perché il nostro paese non li rispetta e solo l'Europa tutela i lavoratori precari?Come può la Corte di Cassazione, che si deve attenere a dei principi che sono supremi, violarli in tal modo?
L'Avv. Miceli del Foro di Palermo che è stato interpellato da Orizzonte Scuola per spiegare le ripercussioni di tali sentenze, ha dichiarato a riguardo che nelle decisione della Corte, ci sono "molti errori e grossolani strafalcioni giuridici, destinati ad essere corretti dalla Corte di Giustizia Europea", ma allo stesso tempo ci sono anche degli importanti riconoscimenti e per il Miur è previsto un salasso.La Corte di Cassazione ha ammesso l'equiparazione del trattamento economico, tra i docenti precari e i docenti di ruolo, e quindi, i docenti e gli Ata che hanno lavorato per oltre 36 mesi, potranno chiedere il pagamento degli scatti di anzianità e la valutazione del periodo preruolo nella ricostruzione della carriera.
Secondo la Cassazione anche le supplenze su organico di fatto, con termine al 30 giugno, sono illegittime, però per la Corte la reiterazione dev'essere avvenuta per 4 anni, in uno stesso istituto scolastico e per la stessa disciplina. E questo potrebbe rappresentare un problema e un limite per tantissimi precari, che di solito non lavorano nello stesso istituto.
La Cassazione ritiene che l’assunzione in ruolo dei precari del governo Renzi sia stata sufficiente per sanare gli illeciti commessi dal Miur, ecco perché non spetta nessun risarcimento, a meno che il docente assunto non riesca a provare il danno derivante dal ritardo del ruolo (ma come si fa a dimostrare la sofferenza, per l’incertezza di chi è stato precario, vivendo nell'impossibilità di fare progetti?).
Tale limite dice Miceli è stato già superato in passato, dall'ordinanza Papalia della Corte di Giustizia Europea, che non ha imposto nessun obbligo in capo ai precari, di provare la situazione vissuta negli anni in attesa del ruolo.
Disparità trattamento Ata e docenti
Le sentenze relative ai ricorrenti delle graduatorie d'istituto non sono ancora passate in giudicato, mentre per gliAta (che sono stati, ancora una volta, i più penalizzati) la Cassazione ha avutorisposte deludenti. Nulla è perduto però, perché la questione è stata sottoposta per quanto riguarda gli Ata, a decisione della Corte di Giustizia Europea e della stessa Corte Costituzionale, che si sono già in parte espresse in due importanti ordinanze.
In particolare, quella relativa ad una questione sottoposta alla Corte di Giustizia Europea da un precario Ata di Trapani, riguardo al risarcimento di solo 12 mensilità anche in considerazione della disparità di trattamento tra la stabilizzazione dei docenti delle GAE e il misero indennizzo previsto per gli Ata.
Le parole dell'avvocato Miceli ridanno speranza ai precari, la sentenza Mascolo della CGUE non può essere disattesa. In seguito ad essa il Governo ha stabilizzato 100mila docenti (mentre le promesse in stabilità 2017 di altre assunzioni per gli Ata, non sono state mantenute) e i giudiciitaliani terranno conto che non andavanoesclusidalla stabilizzazione gli Atae i docenti delle graduatorie di istituto, ancora una volta, quindi, la parola torna ai giudici nazionali e dell'Ue.