L’Anpal è l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive sul Lavoro, nuovo Ente previsto dal Jobs Act di Renzi. Ieri, il Ministero del lavoro ha ufficializzato il debutto del sito internet dell’Agenzia. Si tratta del portale ufficiale che deve essere utilizzato dai lavoratori per richiedere l’assegno di ricollocazione, l’altra grande novità prodotta dal Governo in aiuto ai disoccupati. Ecco una guida dettagliata alla nuova misura, come richiederla e di cosa si tratta.
Patto di servizio
Il Jobs Act ha totalmente modificato il mondo degli ammortizzatori sociali e dello stato di disoccupazione.
In primo luogo, la definizione di disoccupato viene mutata radicalmente. È da settembre 2015 che i disoccupati, per essere considerati tali, devono, oltre che risultare privi di occupazione, sottoscrivere un patto di servizio. In pratica, devono dichiararsi disponibili ad accettare nuove offerte di lavoro o percorsi formativi e di riqualificazione. Per i soggetti che stanno percependo i sussidi per disoccupati, cioè la naspi, la mobilità o la Dis-Coll, la DID, che poi sarebbe la Dichiarazione di Immediata Disponibilità è automatica. In pratica, chi percepisce gli ammortizzatori sociali, per il solo fatto di essere sotto tutela economica dell’INPS, risulta già disponibile a nuove opportunità.
Questo perché i disoccupati che hanno presentato le istanze di disoccupazione all’INPS, vengono convocati dai Centri per l’Impiego proprio per sottoscrivere il patto di servizio, che diventa parte integrante e fattore determinante per l’accoglimento e la percezione del sussidio. Diverso il caso dei disoccupati che non percepiscono gli ammortizzatori.
Per loro entra in campo il sito che è appena stato lanciato dal Ministero, dove devono registrarsi e presentare la DID. Va sottolineato che la Dichiarazione di disponibilità è obbligatoria per gli ammortizzatori sociali e per l’assegno di ricollocazione di cui parleremo dopo. Per agevolazioni sociali o sanitarie, per disoccupato (quindi da tutelare) si intende un soggetto privo di lavoro che non necessariamente ne è alla ricerca.
Infatti, risultano non occupati anche soggetti che sono alle prese con un lavoro da dipendente o autonomo con redditi annui al di sotto, rispettivamente, di 8.000 o 4.800 euro.
Assegno di ricollocazione
La DID può essere presentata anche da soggetti che lavorano ma che hanno già avuto un preavviso di licenziamento. La presentazione della DID sul portale, non elimina l’obbligo di recarsi al Centro per l’Impiego. I disoccupati, dopo aver completato l’operazione sul sito, dovranno presentarsi all’Ufficio di Collocamento per sottoscrivere il patto e preparare il campo alle iniziative a lui rivolte nell’ottica della ricollocazione lavorativa. Da questo punto di vista, la nascita del sito, sblocca anche l’ormai famoso assegno di ricollocazione.
L’assegno può essere richiesto dai disoccupati che da almeno 4 mesi percepiscono la Naspi. Per questi, sono disponibili voucher da spendere per trovare un nuovo lavoro, di importi variabili da 250 a 5.000 euro. Questi soldi non finiscono nelle tasche del lavoratore, ma vengono utilizzati presso i Centri per l’Impiego o presso soggetti autorizzati per i quali è stato istituito un apposito albo reso pubblico proprio sul sito “ampal.gov.it”. Gli importi dei voucher variano in base al profilo del disoccupato e quindi alle sue attitudini e possibilità di ricollocazione. Per la richiesta, il disoccupato dovrà recarsi al centro per l’impiego o fare tutto on line. Il soggetto dovrà scegliere l’ente o la sede presso cui spendere il voucher dove dovrà recarsi una volta concesso il benefit.
Sarà l’operatore scelto a provvedere a mettere in piedi un piano personalizzato per il disoccupato, affiancandogli un tutor ed iniziando il percorso. Va ricordato che l’assegno è pagato (inizialmente dovrebbe essere erogato solo il 30%) alla struttura che si occuperà del disoccupato, solo ad avvenuta nuova ricollocazione del lavoratore.