Succiso è un piccolo borgo incastonato sui mille metri nell'affascinante Appenino tosco-emiliano. Ci si arriva dopo aver percorso una strada di tornanti immersi nella natura e dove si spingono delegazioni di tutto il mondo. A questo paese-cooperativa di 65 abitanti e dominato dall'Alpe di Succiso sono arrivati ricercatori giapponesi, americani, svizzeri, birmani, canadesi, coreani. Insomma, un'infinità di università di tutto il mondo si prenotano per conoscere, studiare e capire come funziona quella che si considera la prima cooperativa di comunità nata in italia.

Nata per sviluppare l'occupazione e la coesione sociale. Questo è il motto che ha spinto Agorà delle Identità 2016 a invitare a Torino il prossimo 2 dicembre una rappresentativa della Cooperativa Valle dei Cavalieri per illustrare l'innovativo e vincente modello.

Cooperativa Valle dei Cavalieri

Una storia a lieto fine quella dei 33 soci fondatori che vissero la drammatica chiusura delle ultime botteghe nel ormai lontano 1991. Succiso era destinato a diventare uno dei tanti borghi spenti e abbandonati al crudele spopolamento, all'inesorabile degrado.

Invece no, la forza di volontà che accomuna gli uomini e le donne del paese-cooperativa, dove ci si è inventati il lavoro, anzi più lavori contemporaneamente pur di non abbandonare la terra natale, quella amata.

Oggi la Cooperativa Valle dei Cavalieri fattura oltre 700mila euro all'anno e impiega undici dipendenti. L'obiettivo comune è quello di produrre vantaggi a favore di una comunità che altrimenti sarebbe andata perduta.

La rinascita del borgo

Il paese più vicino dista 20 chilometri, tutto era estremamente lontano finché un gruppo di nove storici amici si è tirato su le maniche e ha creato la cooperativa.

Ognuno ha un proprio mestiere ma a sua volta impara velocemente anche quello degli altri. L'unione fa la forza; riaprono il bar, il minimarket, vendono il pane fatto in casa, sono arrivate 250 pecore sarde atte alla produzione di latte, formaggio e ricotta, effettuano trasporti per bambini e adulti. Con il tempo si aggiungono altri soci.

Oggi la cooperativa collabora anche con il Parco Nazionale dell'Appenino Tosco Emiliano, effettua la pulizia dei sentieri, organizza passeggiate turistiche e ha persino messo in piedi un progetto rivolto ai ragazzi delle scuole superiori. Ah, hanno appena aperto un ristorante da 250 coperti destinato ai turisti e curiosi che arrivano lungo tutto l'anno. Il loro segreto? Il lavoro armonico per il bene comune.