Le ultime notizie scuola, ad oggi martedì 22 novembre, riguardano la mobilità docenti. Secondo quanto pubblicato dal quotidiano economico 'Italia Oggi', a breve è previsto un incontro con il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, per discutere la questione, attualmente ferma per importanti divergenze tra il Miur e i sindacati.

Ultime news scuola, martedì 22 novembre: mobilità docenti, presto incontro Giannini-sindacati

La legge 107/2015, infatti, ha previsto la collocazione negli ambiti per tutti i docenti che avranno accesso alla mobilità, mentre i sindacati insistono per una soluzione di carattere politico che possa aprire alla contrattazione collettiva in merito alla prosecuzione dei movimenti da sede a sede: l'aspetto è particolarmente importante se consideriamo che il trasferimento su ambito comporta la perdita della titolarità e l'assoggettamento alla chiamata diretta.

Se poi si parla di chiamata diretta, i sindacati insistono su un sistema di regole tassative basate sulla valutazione di titoli e punteggi.

Ecco perchè le parti sociali stanno facendo pressing per un incontro al vertice che possa portare anche ad un intervento legislativo, in grado di riportare alla negoziazione i temi della mobilità e della chiamata diretta, in deroga ai contenuti della legge 107 che prevede la cancellazione del diritto della titolarità.

Mobilità docenti e chiamata diretta ultime notizie: due possibili scenari per il futuro

Se il governo non dovesse ascoltare le richieste sindacali, ci troveremmo di fronte a due possibili scenari. Il primo, e decisamente anche il meno auspicabile, riguarda l'accettazione da parte dei sindacati delle condizioni dettate dal Miur e dalla legge 107: tutto ciò, ovviamente, comporterebbe l'assoggettamento alla chiamata diretta non solo per i docenti neoassunti ma anche per gli 'insegnanti' più anziani di ruolo che otterranno il trasferimento (tramite domanda o perchè sovrannumerari) con la conseguente perdita della titolarità su Scuola.

Il secondo scenario riguarda la possibilità che non si giunga ad un accordo. Il Miur, in questo caso, potrebbe procedere ugualmente con un'ordinanza, secondo quanto indicato dal comma 3-ter dell'articolo 40 del decreto legislativo 165/2001. In questo caso, però, i sindacati potrebbero impugnare il provvedimento davanti al Tar del Lazio che, con tutta probabilità, darebbe torto al Miur, costringendo l'amministrazione centrale ad emettere una nuova ordinanza, questa volta secondo le disposizioni dettate dall'organo amministrativo.