Le ultime novità al 25 novembre 2016 sulle pensioni precoci e sull'opzione donna riguardano come sempre la Legge di Bilancio 2017 e gli emendamenti che sono stati approvati e rigettati, che stanno delineando sempre con maggiore chiarezza il quadro delle misure definitive, in tema previdenziale, che vi rientreranno. Molto è stato fatto nella giusta direzione dice Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati, che ha visto l'approvazione di differenti emendamenti che hanno permesso l'estensione della platea dei beneficiari.
Non la pensano allo stesso modo molti lavoratori precoci e le lavoratrici donne iscritte al gruppo 'opzione donna proroga al 2018' per i quali, invece, è mancata la volontà politica di estendere le misure a tutti i lavoratori, creando le ennesime disuguaglianze tra pensionandi di serie A e B. I dettagli e le novità al 25/11/2016.
Pensioni 2017, focus sui precoci: misure non convincono, al referendum si voterà 'NO'
Le ultime novità sui lavoratori precoci giungono dal web, una piccola delegazione, si apprende, ha incontrato pochi giorni fa la Senatrice Erica D'Adda, membro della commissione Lavoro al Senato, che ha accolto le tre nuove proposte dei lavoratori e che tenterà di inserirle all'interno di alcuni emendamenti che verranno presentati al Governo.
Lo scopo è quello di estendere la quota 41 ad una platea maggiore e di rimodulare l'aspettativa di vita su base quinquennale, oltreché congelare i 7 miliardi di euro stanziati per la previdenza, qualora non dovessero essere usati nella loro totalità. I lavoratori precoci hanno ormai compreso benissimo che per il 2017 è sfumata la quota 41 per tutti senza se e ma, questa sarà usufruibile solo da una platea ridotta di lavoratori, quelli maggiormente disagiati.
Resteranno al momento 'al palo ' quanti abbiano un lavoro, versino in buone condizioni di salute, abbiano la fortuna di non avere un parente disabile di primo grado convivente di cui prendersi cura, e siano impiegati in mestieri meno faticosi rispetto alle categorie rientranti in quelle definite 'gravose' dal Governo. Molti dunque gli esclusi da questa legge di Bilancio 2017, lavoratori che sono rimasti delusi dalla scarsa volontà politica di porre fine al 'dramma' previdenziale di chi dopo 41 anni di contributi versati, avendo perso la propria giovinezza per lavorare, chiedeva almeno di poter godersi in serenità la propria 'vecchiaia'.
Per i precoci non è ancora giunto il momento del riposo, molti di loro dovranno raggiungere i 42 anni e 10 mesi di contributi se uomini e 41 anni e 10 mesi contributivi se donne. Unica nota universale e positiva per tutti l'abolizione delle penalizzazioni legate all'età anagrafica post 2018. Gli amministratori del gruppo, in vista del prossimo referendum costituzionale, hanno fatto sapere pubblicamente, forse per spronare maggiormente il Governo ad un ripensamento, che il voto dei precoci sarà indirizzato al 'NO'. Stessa amarezza per le lavoratrici donne che sono rimaste escluse dalla proroga, il riferimento è a quante ambivano alla prosecuzione di opzione donna fino al 2018.
Opzione donna, proroga al 2018 addio? La delusione delle lavoratrici
Se vi è stato un grido di gioia tra le iscritte al gruppo 'opzione donna ultimo trimestre 57/58' dopo aver appreso dell'ok della commissione Bilancio all'emendamento a prima firma Damiano che consentirà loro di accedere alla quiescenza con la legge 243/2004, dall'altra parte è esplosa la rabbia delle escluse. Molte lavoratrici, puntando sull'esito del contatore e sulle risorse residue, avevano domandato agli esponenti politici di rendere opzione donna una misura strutturale o quanto meno di estenderla al 2018. Gli emendamenti in questa direzione, come si apprende da un post dell'onorevole leghista Simonetti, sono stati tutti rigettati.
Al momento non resta che confidare, visto che resterà attivo il monitoraggio annuale delle risorse, che OD possa almeno proseguire di anno in anno fino ad esaurimento delle stesse.