"L'Ape pur introdotta in via sperimentale e su cui ribadiamo la nostra contrarietà, invece, continua ad avere le caratteristiche di uno strumento finanziario che scarica sui pensionandi le sbagliate rigidità del sistema", lo ha affermato il segretario generale della Cgil Susanna Camusso che ancora una volta interviene in difesa dei cittadini che, attendono l'agognata pensione.
Camusso: 'Ape potrebbe penalizzare i pensionandi'
Il leader della Cgil, infatti, avrebbe commentato negativamente gli aspetti dell'anticipo pensionistico ipotizzato dal Premier Matteo Renzi che sarà contenuto nella prossima Legge di Stabilità.
Una misura che, stando alle recenti dichiarazioni della Camusso potrebbe essere penalizzante per i pensionandi visto che, sarebbero costretti a pagare una sorta di mutuo ventennale con l'ausilio di banche e istituti di assicurazioni. "Il riferimento legato all'Ape sociale, è stato reso labile dall'introduzione di due vincoli che diminuiscono la platea potenziale. Nel dibattito parlamentare chiederemo di ridurne i vincoli", ha detto ancora Susanna Camusso in merito all'Ape social che potrebbe avvicinare il diritto a pensione alle categorie più svantaggiate: caregivers e i disoccupati che hanno esaurito gli ammortizzatori sociali.
Ancora al centro del dibattito il meccanismo di Quota 41 sul quale la Cgil ha considerato un passo positivo l'introduzione dell'uscita anticipata a favore dei lavoratori precoci e usuranti che hanno maturato almeno 41 anni di versamenti contributivi così come l'abolizione delle ricongiunzioni onerose e l'ampliamento della categoria dei lavori usuranti.
"Il capitolo sui lavoratori precoci è certamente lontano dall'obiettivo che ci eravamo proposti. Infatti pur avendo determinato un'area di lavori gravosi ampia, ancora tanta strada serve fare per affermare che i 41 anni sono sufficienti per il riconoscimento della pensione anticipata", ha continuano ancora la Camusso.
Bene il ricambio generazionale
Sul ricambio generazionale, invece, la sindacalista avrebbe affermato che servirebbero almeno 62 anni di età anagrafica per collocare a riposo i lavoratori creando appunto, nuove opportunità lavorative per i giovani abolendo l'adeguamento dei requisiti alla speranza di vita.