Niente controriforma della Fornero, ma sostanziali novità introdotte nella Legge di Bilancio in materia Pensioni. Approvata la manovra, adesso si attendono i decreti attuativi che entro il prossimo 2 marzo, a 60 giorni dall’entrata in vigore della Legge di Bilancio, faranno chiarezza su tutte le nuove misure. APE, quota 41, cumulo gratuito, ottava salvaguardia ed opzione donna le misure del pacchetto.
Vecchiaia
I requisiti per la pensione di vecchiaia nel 2017 saranno 66 anni e 7 mesi di età per gli uomini, 65 anni e 7 mesi per le donne lavoratrici dipendenti e 66 anni ed un mese per le lavoratrici autonome.
Per tutti necessario avere almeno 20 anni di contributi. Per il 2017 i requisiti sono stati congelati, pertanto nessun aumento è stato previsto per l’adeguamento all’aspettativa di vita. Dal 2018, per tutti la soglia sarà i 66 anni e 7 mesi, a prescindere da sesso e tipologia di lavoro, mentre dal 2019, si tornerà a salire come previsto dalla Riforma Fornero.
Ape
In relazione alla pensione di vecchiaia, il Governo ha creato l’APE, che sarà in vigore dal 1° maggio. La pensione viene erogata dall’INPS, ma finanziata da alcune banche. In pensione a partire dai 63 anni con 20 di contributi, ma raggiunti i 66 anni e 7 mesi di età, quelli consoni per la vecchiaia, il debito maturato sarà saldato con trattenute mensili sulla pensione, compresi interessi e spese assicurative e per la durata di 20 anni.
Nella versione assistenziale di APE, è il Governo ad occuparsi di restituire i soldi alla banca. Bisognerà però essere disoccupati, invalidi o con invalidi a carico, con 3 mesi di vuoto da ammortizzatori sociali prima dell’istanza e con almeno il 74% di invalidità accertata. Necessari in questo caso, non 20 anni di contributi, ma 30.
APE sociale anche per maestre di asilo, edili e così via, cioè le 11 attività gravose che il Governo ha previsto come campo applicativo della misura agevolata. L'attività gravosa deve essere stata svolta per 6 anni consecutivi prima della domanda e saranno necessari 36 anni di contributi.
Anticipata
La pensione anticipata dal 2012 ha preso il posto della pensione di anzianità, quella rapportata ai contributi senza limiti anagrafici.
42 anni e 10 mesi per gli uomini, o 41 anni e 10 mesi per le donne i contributi necessari. Quota 41, ripercorre il meccanismo dell’APE social, consentendo a chi raggiunge 41 anni di contributi, con almeno un anno di lavoro anche discontinuo prima dei 19 anni, di lasciare il lavoro senza attendere i 42 anni e 10 mesi. Necessario essere dei disagiati (disoccupati ed invalidi come per l’APE social) o impegnati nelle 11 attività logoranti prima citate.
Opzione donna e salvaguardia
Una misura la cui estensione era attesa da molte lavoratrici, era opzione donna. Viene concesso alle donne che entro il 31 dicembre 2015 avevano 35 anni di contributi e che entro il 31 luglio 2016 hanno compiuto 57 anni e 7 mesi di età, di lasciare il lavoro con pensione tagliata in base al calcolo contributivo.
Altri 30.700 lavoratori lasciati senza tutela dalla Legge Fornero, potranno sfruttare l’uscita prevista con le regole precedenti grazie all'ottava salvaguardia esodati.
Cumulo e usuranti
Per chi ha carriere discontinue, via libera al cumulo gratuito dei contributi, cioè riunificare i propri contributi senza costi aggiuntivi. L’assegno sarà pagato pro quota, cioè ogni singola cassa provvederà ad elargire la parte di pensione spettante in base ai contributi in essa versati e con le proprie regole. Confermata l’uscita a quota 97,6 per usuranti e per i notturni, con 36 anni di contributi e 61 e 7 mesi di età o 35 anni e 62 e 7 mesi. Decorrenza della pensione immediata, senza i 12 o 18 mesi di attesa delle finestre mobili abolite per il 2017.
Quelli del comparto difesa e sicurezza, cioè i militari non vengono intaccati dalle novità, pertanto via libera anche nel 2017 per la pensione anticipata con 40 anni e 7 mesi senza limiti di età, oppure con solo 35 anni di versamenti ma con 57 anni e 7 mesi di età.