Il cumulo gratuito dei contributi è stato scavalcato da APE e quota 41, nettamente le misure più importanti e dibattute, inserite nel pacchetto Pensioni della Legge di Bilancio appena approvata. Il provvedimento invece è molto importante per molti lavoratori che hanno carriere discontinue e soprattutto, con contributi versati in diverse casse previdenziali. Raggruppare i contributi per raggiungere le soglie previste dalla normativa è una cosa molto importante che dal 2017 potrà essere utilizzata dai lavoratori senza rimetterci un soldo. Sembra una cosa assurda, ma in Italia, unificare i contributi nella Cassa Previdenziale che deve pagare la pensione, fino alla Legge di Bilancio che entrerà in vigore dal prossimo gennaio, era a pagamento.

Ecco cosa prevede la nuova misura e come funzionerà il meccanismo.

Una anomalia tutta italiana

Come dicevamo, fino ad oggi, coloro che si trovavano ad aver lavorato in settori diversi, con versamenti in Casse Previdenziali diverse, potevano utilizzare la ricongiunzione dei contributi o la totalizzazione. Quest’ultima era gratuita, ma prevedeva un taglio di assegno previdenziale come corrispettivo per l’avvenuta riunificazione dei contributi. La ricongiunzione onerosa invece, proviene dal Governo Berlusconi e chiedeva ai lavoratori in procinto di andare in pensione, in sede di riunificazione dei contributi, di versare tanti più soldi, quanti più contributi erano da riunificare. Da più parti contestata una misura che obbligava i lavoratori a pagare due volte per gli stessi contributi, una volta durante l’attività lavorativa e la seconda in prossimità della quiescenza.

Gli effetti di questo obbrobrio legislativo erano due ed entrambi molto duri da accettare per soggetti che non avevano i soldi per ricongiungere i contributi.. In primo luogo, a molti lavoratori veniva precluso l’accesso alla pensione perché senza ricongiunzione, non riuscivano a raggiungere le soglie contributive necessarie alla pensione in una unica cassa previdenziale.

Se a questo si aggiunge il continuo innalzarsi delle soglie previsto dalla riforma Fornero e adeguamento alla speranza di vita, è evidente che ci siano soggetti che nonostante lunghe carriere lavorative sono ancora a lavorare. Il secondo effetto è che molti hanno rinunciato a parte dei contributi pur di lasciare il lavoro, rinunciando a parte della pensione che gli spettava e creando il fenomeno dei contributi silenti, pagati ma non utilizzati.

La Legge di Bilancio

Il problema evidentemente ha raggiunto il Governo che ha provveduto ad emanare il cosiddetto cumulo gratuito. Dal 2017, nessun onere sarà chiesto ai lavoratori in sede di riunificazione dei contributi e soprattutto, la pensione sarà pagata pro quota, cioè ogni cassa elargirà quanto dovuto in base ai contributi in essa versati. La pensione quindi verrà erogata dalla Cassa alla quale la si chiede, ma sarà composta da diverse quote di pensione. Si potranno riunificare tutti i contributi versati nelle varie casse previdenziali obbligatorie, come INPS, AGO, Gestioni Speciali dei lavoratori autonomi, Gestione Separata e Fondi sostitutivi. Alla fine della lavorazione della manovra finanziaria è stata estesa la misura anche ai professionisti, quindi avvocati, ingegneri, architetti, medici, cioè coloro che sono iscritti ad appositi albi professionali.

Dentro anche i giornalisti ed il loro Fondo INPGI, ma allo stato attuale, niente da fare per quelli iscritti Enasarco, quindi agenti e rappresentanti. Il cumulo servirà per la pensione anticipata, quindi per raggiungere i 42 anni e 10 mesi necessari (uno in meno per le donne), ma anche per la vecchiaia che ne vuole solo 20, ma con l’età di 66 anni e 7 mesi. Non è chiaro, ma appare improbabile che il cumulo sia consentito per accedere alle vie anticipate che la stessa manovra ha creato. Non si potrà sfruttare il cumulo a costo zero per raggiungere i 20 anni necessari per l’APE volontari, i 30 o 36 per la versione sociale e nemmeno per quota 41 e per opzione donna.