Le novità sulle pensioni aggiornate ad oggi 6 dicembre si riferiscono alle ultime dichiarazioni di Cesare Damiano in seguito alle annunciate dimissioni di Renzi, di fatto congelate in serata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha chiesto al dimissionario primo ministro di restare in carica fino all'approvazione della manovra economica, che contiene, tra le altre cose, il pacchetto previdenziale della nuova riforma Pensioni, con interventi sulla pensione anticipata e gli stessi lavoratori precoci che, in parte, si sono visti riconosciuta la quota 41.
Pensioni, Damiano attento alla Legge di Bilancio, lavoratori precoci in festa
Le ultime notizie sulle pensioni vedono protagonista Cesare Damiano, che al referendum, come scritto attraverso un post su Twitter, ha votato sì, per non far rimanere ferma l'Italia, questa la motivazione dell'esponente dem. Ora che il No al referendum costituzionale è una realtà, così come le dimissioni di Renzi, l'ex ministro del Lavoro ha riportato l'attenzione sulla Legge di Stabilità, che contiene, queste le parole del politico, 'soluzioni per le pensioni, il lavoro e la povertà'.
Di fronte alla richiesta del presidente Mattarella a Renzi di restare in carica fino all'approvazione dell'importante manovra, Damiano non ha potuto far altro che applaudire la scelta presa dal Capo dello Stato.
Le pensioni rappresentano, ancora oggi, un tema centrale, che potrebbe aver influito, in una certa misura, sull'esito del voto, visto che né l'introduzione dell'anticipo pensionistico (Ape) a 63 anni né la quota 41 per 'pochi' ha, per così dire, entusiasmato lavoratori e pensionandi.
Ma non c'è soltanto l'Ape volontaria e social all'interno del pacchetto previdenziale voluto dal governo e concordato, dopo svariate riunioni in estate e a settembre, con i sindacati di Cgil, Cisl e Uil.
Ricordiamo infatti la misura a favore delle pensioni più basse, con l'aumento e, in contemporanea, l'estensione della platea della quattordicesima, provvedimento rivendicato fino all'ultimo dal presidente del Consiglio Renzi.
All'interno di quella che è già stata ribattezzata come la riforma pensioni del 2017, troviamo anche l'ottava salvaguardia per gli esodati, che dovrebbe, utilizziamo il condizionale, essere anche quella definitiva, vale a dire l'ultima, andando a 'salvare' circa 30 mila esodati della legge Fornero, uno dei cavalli di battaglia, al contrario, dei sostenitori del No, che sono riusciti a piazzare una vittoria nettissima all'indomani del voto del 4 dicembre.
Damiano, ponendo attenzione sugli elementi preziosi della manovra finanziaria, ha sottinteso anche l'estensione di opzione donna alle lavoratrici nate nell'ultimo trimestre del '57-58. All'interno del comitato però, all'indomani della fine del governo, c'è anche la consapevolezza che la proroga fino al 2018 del regime sperimentale diventa ora quasi impossibile. Chi invece ha votato convintamente per il no, in larga parte, sono stati i lavoratori precoci, a giudicare dalla loro reazione festosa all'interno del gruppo pubblico di Facebook.
Ricordiamo che la loro richiesta di quota 41 per tutti i precoci è stata disattesa dal governo Renzi, anche se qualche punto si era pur ottenuto, grazie anche al lavoro svolto dai diversi amministratori del gruppo, protagonisti di svariati incontri istituzionali.
Adesso i precoci sperano in una nuova maggioranza, con la consapevolezza che sia M5S che il Centrodestra, nella figura di Salvini, hanno manifestato più volte concreto interesse nei loro confronti, non ultima la presa di posizione, forte, del pentastellato Di Battista. Per ulteriori notizie sulle pensioni e su quello che accadrà in Senato nei prossimi giorni cliccate Segui in alto a destra.