È arrivato il Natale anche per i lavoratori precoci, con una riforma Pensioni che non ha regalato quella quota 41 'completa' tanto richiesta dalle persone interessate, alcune delle quali ormai da mesi e mesi protestano sui social all'interno di un gruppo che conta diversi amministratori di indubbio valore, capaci di portare la questione alla ribalta nazionale e tra i piani alti del precedente governo Renzi, con alcuni incontri insieme a Tommaso Nannicini, dato in pole position per ricoprire la prima poltrona del ministero del Lavoro prima che le nomine dell'esecutivo Gentiloni fossero ufficializzate.

La riforma pensioni. La legge di Bilancio per il 2017, con al suo interno le misure introdotte per la riforma delle pensioni, è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. All'incontro del capitolo pensionistico si trova anche quota 41 per i lavoratori precoci. Una quota 41 però fortemente limitata rispetto a quelle che erano le aspettative delle persone che hanno iniziato a lavorare prima della maggiore età.

Quota 41 per pochi. Le novità sulle pensioni dei precoci introdotte dall'ultima manovra finanziaria sono riassunte nella quota 41 cosiddetta per pochi. Il governo Renzi, oltre ad aver riconosciuto la definizione di lavoratore precoci, ovvero colui il quale ha maturato 12 mesi di contributi prima dei 19 anni, anche non continuativi, ha imposto infatti dei paletti che rendono più difficile l'accesso all'assegno pensionistico dopo 41 anni di contributi.

Quali?

In pensione se. Fermo restando i 12 mesi di contributi maturati prima del compimento dei 19 anni, il precoce devono appartenere almeno ad uno dei seguenti profili: disoccupato per licenziamento, giusta causa o risoluzione consensuale e non ricevano la prestazione per la disoccupazione da 3 mesi; assistano da almeno 6 mesi un coniuge o parente di primo grado portatore di handicap; abbiano un'invalidità pari o superiore al 74 per cento; siano lavoratori che svolgono attività rischiose o difficoltose; siano impiegati in attività definite usuranti.

Fondi sì, fondi no. Dicevamo, un Natale amaro per migliaia di precoci, che si sono visti negare la quota 41 per tutti all'interno della nuova riforma pensioni che entrerà in vigore il prossimo anno (2017 ndr) mentre nelle ultime ore leggono di un intervento da 20 miliardi di euro da parte dello Stato per salvare le banche, in particolare la banca Monte dei Paschi di Siena.

Qualcosa non torna nei calcoli di quelle persone che sono scese in piazza ripetute volte, per sentirsi poi dire che mancavano i soldi.

Anche il 2016 sta volgendo al termine. Alcuni passi in avanti per le pensioni dei lavoratori precoci ci sono stati, inutile negarlo, anche se la quota 41 inserita all'interno della legge di Bilancio 2017 non sia quella auspicata da tutte le persone che desideravano andare in pensione dopo 41 di contributi. Qual è la vostra opinione sulla recente riforma delle pensioni e in che modo giudicate il fondo di 20 miliardi varato dal governo Gentiloni per le banche? Per ricevere ulteriori notizie sulle pensioni in previsione del nuovo anno cliccate Segui in alto a destra.