L'accordo per il rinnovo dei contratti dei dipendenti della Pubblica Amministrazione è finalmente arrivato, ma ora restano da sciogliere alcuni nodi importanti in merito alle nuove regole riguardanti il pubblico impiego.
Come riportato dal numero odierno del quotidiano economico 'Il Sole 24 Ore', una delle questioni più importanti che dovranno essere risolte è quella relativa al bonus da 80 euro e quali potranno essere gli effetti dei nuovi aumenti stipendiali. Cerchiamo di spiegare in dettaglio i rischi a cui circa 200mila lavoratori potranno andare incontro.
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Ad oggi, il bonus Irpef da 80 euro è incluso nelle buste paga di quasi 800mila dipendenti pubblici e, secondo le prime stime, un quarto di essi, circa 200mila lavoratori potrebbero essere costretti a rinunciare al bonus, una volta che diverranno effettivi gli aumenti contrattuali.
Per evitare questa clamorosa beffa, i sindacati hanno fatto presente come debbano servire nuove risorse finanziarie (circa 400 milioni) mentre secondo l'Aran basterebbero dai 150 ai 180 milioni.
'Il Sole 24 Ore' ha spiegato molto bene come per riuscire a quantificare la copertura necessaria, si dovrà tenere conto di due fattori: il bonus da 80 euro è netti, ma per trasformarlo in una componente ordinaria della busta paga, bisogna calcolare il suo costo lordo effettivo, quello cioè caricato da contributi e tasse.
Tutti coloro che hanno un reddito compreso tra i 24 e 26mila euro annui, ovvero i lavoratori che maggiormente sarebbero a rischio per la perdita del bonus, ricevono oggi meno di 80 euro.
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Il secondo fattore da tenere presente riguarda l'incognita derivante dai possibili scossoni politici che potrebbero arrivare in base all'esito del referendum costituzionale.
In ogni caso, un dato appare certo: non si può abbandonare la riforma del pubblico impiego, perché senza questo passaggio diventerebbe impossibile andare avanti con il rinnovo dei contratti.
Di certo, i dipendenti statali, e in special modo il personale scolastico, il più penalizzato sul fronte stipendi, non hanno accolto a braccia aperte l'accordo governo-sindacati, anzi: continuano a ritenerlo un accordo motivato da ragioni elettorali legate al referendum di domenica prossima.