Senza nessuna coscienza e con molta prepotenza, la riforma scolastica attuale ha procreato storture e palesi contraddizioni che adesso, dopo circa due anni, stanno venendo finalmente a galla. In questo articolo, che segue cronologicamente il precedente, si tenta di fare chiarezza circa queste anomalie.

Ma non dovevano svuotarsi prima le GaE? La Buona Scuola ha sconvolto tutto

Un’altra considerazione importante è relativa alle graduatorie ad esaurimento (gae) che, sin da sempre, dovevano svuotarsi del tutto per garantire finalmente la fine della precarietà per molti insegnanti.

Purtroppo, anche in questo caso la Buona Scuola ha fallito.

La prima domanda che ci si chiede, con retorica, è la seguente: a cosa è servita la Buona Scuola dal punto di vista del completo svuotamento delle GaE? La nuova riforma scolastica, è riuscita persino ad impedire questa opportunità per centinaia di migliaia di insegnanti ultra quarantenni. Oggi, in quelle stesse graduatorie sono ancora presenti molti insegnanti precari definiti ‘storici’ e, inoltre, quello che ha fatto tanto discutere è che nelle medesime graduatorie non sono più presenti invece docenti di alcune discipline importanti, come per esempio gli abilitati in matematica o nel sostegno. Per tale motivo, parecchie scuole hanno dovuto ricorrere ad altre graduatorie, per esempio quelle d’Istituto, in cui sono presenti invece quasi esclusivamente insegnanti non abilitati.

Questi ultimi, si parla di un numero complessivo pari a 20mila unità, non hanno avuto neanche la possibilità di partecipare all’ultimo concorso per docenti, il quale probabilmente, si svolgerà di nuovo nell’a.s. 2018/19. Detto tutto questo, la nuova riforma ha irrimediabilmente alimentato proprio la precarietà, la stessa ‘patologia’ scolastica che il governo Renzi voleva eliminare del tutto, una volta per sempre.

La neo ministra Valeria Fedeli corre ai ripari e tenta di aggiustare il tiro

A tutta questa situazione sopra illustrata si aggiungono, inoltre, tanti altri problemi relativi agli effetti della decisione di rimandare di un altro anno i trasferimenti dei docenti neo immessi in ruolo lo scorso anno e quelli della contestatissima mobilità straordinaria che ha provocato, di fatto, il trasferimento dilazionato di circa 200mila insegnanti in tutte le scuole d’Italia, da nord a sud.

Tutto questo, come si sa, ha provocato un danno a milioni di studenti che hanno dovuto attendere parecchi mesi prima di poter iniziare le loro attività didattiche con i nuovi insegnanti, chiaramente, supplenti precari.

Ebbene, la neo ministra Valeria Fedeli, ha condiviso con le maggiori sigle sindacali la decisione di reiterare anche per il prossimo anno scolastico la medesima mobilità, eliminando anche il famoso vincolo triennale che teneva ‘imprigionati’ finora molti insegnanti nella loro sede di titolarità. Insomma, da un estremo all’altro, i poveri insegnanti anche il prossimo anno torneranno a ‘girovagare’ per l’Italia per trovare finalmente una sistemazione definitiva, almeno questo è quello che tutti loro sperano.

L’unica incertezza in tutto questo? Un preciso accordo sulla chiamata diretta, il quale sarà oggetto di una prossima trattativa 'ad hoc' sulla scottante questione di cui presto si sentirà sicuramente parlare.

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