A partire dal 1° gennaio 2017 i limiti di reddito del nucleo familiare che consentono normalmente di percepire gli assegni o di sfruttare le maggiorazioni nei casi di pensione, come di consueto, sono stati rivalutati. Lo spiega l’Inps nella circolare di fine anno, la 229 del 29 dicembre 2016. Ecco cosa dice l’Istituto e tutti i dati delle 4 tabelle a corredo della circolare.
Assegni 2017 e limiti reddituali
L’INPS in primo luogo ha fissato per l’anno 2017 appena entrato, il trattamento minimo delle Pensioni a 501,89. Il dato è molto importante perché spesso, quando si parla di pensioni, di rivalutazioni e di categorie di pensionati, il minimo è preso a riferimento da diverse normative.
Basti pensare alla questione del blocco Fornero e della mancata rivalutazione delle pensioni a partire da quelle pari a 2,5 volte il minimo. Capire cos’è il minimo quindi può essere molto importante. Il limite di reddito per il riconoscimento del diritto ad avere gli assegni familiari ogni anno viene adeguato all’innalzamento del tasso di inflazione. Per l’anno nuovo, i limiti di reddito sono di € 706,82 per coniuge, genitore, figlio o equiparato. Per entrambi i genitori, tale importo sale a € 1236,94. Il familiare in situazione di non autosufficienza rientra nell’indice unitario di mantenimento che fa rientrare anche sorelle, fratelli o nipoti tra i soggetti che possono essere considerati a carico.
Soggetti al di fuori della disciplina degli assegni per il nucleo familiare
Per l’anno 2016, il tasso di inflazione registrato, che quindi da diritto alla corresponsione di assegni e maggiorazioni è stato del 1,5%. La distinzione tra maggiorazioni, assegni familiari e assegno per il nucleo familiare è molto importante perché ci sono soggetti ai quali non si applicano le regole degli assegni per il nucleo familiare.
Proprio a queste categorie si rivolge l’INPS con la circolare di cui stiamo parlando. Si tratta quindi di mezzadri, coloni, piccoli coltivatori e coltivatori diretti ai quali si applica la disciplina degli assegni familiari. Sotto il regime della maggiorazione invece, finiscono i pensionati che provengono dal lavoro autonomo.
In sostanza, l’Istituto specifica che sono 8,18 euro al mese la quota spettante a coloro che rientrano nella disciplina dell’assegno familiare. Per la maggiorazione invece si sale a 10,21 e la stessa cifra viene erogata ai piccoli coltivatori diretti nei casi di coniuge o figli a carico. Per genitori o equiparati invece, si percepisce 1,21 euro in più al mese.