Arrivano importanti novità dal fronte riforma Pensioni, tema che sta a cuore a migliaia di italiani. Ad accendere una nuova speranza in merito alla revisione della speranza di vita per i lavori gravosi è il sottosegretario al Welfare Massimo Cassano. L'esponente del governo Gentiloni, in risposta ad una interrogazione parlamentare, ha di fatto aperto ad una possibile revisione, di cui beneficerebbero, automaticamente, anche parte dei lavoratori precoci, parte dei quali sono appunto impegnati nei cosiddetti lavori pesanti.
Pensioni, arriva la svolta sulla speranza di vita?
Il sottosegretario Cassano, rispondendo ad un'interrogazione dell'onorevole Gnecchi, figura vicina a Cesare Damiano come ricorderete, ha sottolineato che nell'immediato futuro si lavorerà sullo studio della diversificazione sull'aspettativa di vita in base al lavoro svolto, una richiesta che i lavoratori precoci avevano avuto modo di portare nelle loro manifestazioni dello scorso anno in più di un'occasione, richiesta rimasta però inascoltata. Qualcosa, adesso, sembra cambiare. Stando alle ultime notizie sulla riforma pensioni, si va verso una possibile rivalutazione dell'aspettativa di vita. La logica vuole che l'esecutivo consideri più bassa la speranza di vita per un lavoratore che per 30-40 anni ha lavorato all'interno di una miniera piuttosto che davanti ad un computer con aria condizionata in ufficio eccetera.
Abbiamo posto un caso limite, ma in Italia sono diversi, e tanti, gli esempi che possono essere portati.
Sono piccoli segnali, quelli dell'ultima settimana, ma assolutamente incoraggianti per buona parte dei lavoratori italiani. Nei giorni scorsi, ricordiamo, Giuliano Poletti, ministro del Lavoro, aveva posticipato, attraverso un emendamento al decreto Milleproroghe, la restituzione, da parte del pensionato, dello 0,1 per cento della propria pensione, richiesta dell'ultima circolare Inps, rispondendo così in maniera positiva alle richieste pervenute da più parti, compreso da Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro alla Camera.
L'attesa è ora tutta per l'inizio della seconda fase del tavolo di confronto sulla riforma pensioni tra sindacati e governo. Un tavolo che potrebbe regalare nuove speranze ai lavoratori precoci, che nell'ultima legge di Stabilità si sono visti riconoscere in minima parte le richieste presentate in tutto il 2016. Il messaggio base, quota 41 per tutti, è rimasto inascoltato.
Saprà il governo Gentiloni venire incontro alle richieste della categoria oppure no?
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