Le ultime notizie Scuola, ad oggi sabato 21 gennaio, sono relative al nuovo CCNI mobilità docenti, il cui testo (almeno in prima bozza) dovrebbe essere esaminato martedì prossimo 24 gennaio presso la sede del Miur in Viale Trastevere. Un contratto che, se dovesse mantenere gli elementi portanti dell'intesa con i sindacati, raggiunta il 29 dicembre scorso, rappresenterebbe un deciso passo indietro nei confronti della legge 107. Per la verità, la ministra dell'Istruzione, Valeria Fedeli, non vuol sentir parlare di dietrofront del Miur ma è chiaro che se l'accordo ha provocato la veemente reazione dell'ANP, non si può più negare che qualcosa sia cambiato rispetto alla Buona Scuola.

Ultime news scuola, 21 gennaio 2017: ANP 'Se salta la chiamata diretta, salta anche la valutazione dei DS'

D'accordo, il nuovo CCNI mobilità docenti 2017/8 sarà un contratto con validità annuale, in pratica una parentesi alla legge 107 ma tanto è bastato a mandare su tutte le furie l'Associazione Nazionale Presidi.

Vi abbiamo già parlato, ieri, del comunicato piuttosto duro pubblicato da ANP, il cui significato è stato ribadito dal presidente, Giorgio Rembado: 'Se la Buona Scuola non andrà avanti, salterà anche la valutazione dei dirigenti in quanto sono pregiudicate le condizioni per una giusta valutazione dei dirigenti scolastici'. Visto che il contratto mobilità 2017 andrà decisamente a ridimensionare la chiamata dagli ambiti territoriali dai docenti e soprattutto andrà a sbloccare la permanenza triennale nella stessa sede di servizio, il potere decisionale dei presidi verrà decisamente sminuito.

Mobilità docenti è 'piena controriforma', secondo Giorgio Rembado

Un'intesa che, secondo Rembado, ha il sapore di una 'piena controriforma': i dirigenti scolastici si ritroverebbero con le mani legate e quindi nell'impossibilità di poter agire liberamente per raggiungere gli obiettivi preposti.

Per il ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli, una bella 'gatta da pelare' anche perchè se il primo sindacato dei ds comincia a mettere i bastoni tra le ruote, la faccenda potrebbe complicarsi e non poco. Chissà se il passato da sindacalista del neoministro potrà risultare utile a sbrigare la matassa aggrovigliata.