L'accordo mobilità docenti per l'anno scolastico 2017/2018 piace poco agli insegnanti social. Si può facilmente intuire dalle reazioni del personale docente che hanno fatto seguito all'intesa raggiunta in Viale Trastevere.

D'altro canto, bisogna pur comprendere che l'accordo sul contratto mobilità 2017/8 non poteva cancellare un'intera legge: e allora i commenti del tipo 'non ce ne facciamo nulla di accordi e accordicchi', se da una parte sono pienamente giustificabili, dall'altra parte non appaiono del tutto ragionevoli. Se non altro, la chiamata diretta dei dirigenti scolastici appare ridimensionata dal nuovo accordo e lo si può facilmente comprendere dalle proteste dell'ANP.

Ultime news scuola, 1 gennaio 2017: i docenti su Facebook criticano nuovo accordo mobilità

Dopo l'accordo con il neo ministro dell'istruzione, Valeria Fedeli, resta, comunque, l'astio del personale docente nei confronti dei sindacati, i quali vengono accusati di non rappresentare più i veri umori degli insegnanti e del personale ATA.

Purtroppo, però, occorre fare i conti con una legge, la 107 che il governo Renzi ci ha lasciato come pesante eredità e che non si può cancellare dall'oggi al domani. Sarebbe stato molto peggio se il vincolo triennale di permanenza su Scuola fosse rimasto e se tutti i docenti di ruolo fossero stati costretti a presentare domanda di mobilità su ambito territoriale, perdendo la titolarità su scuola.

Scuola, anno 2017: dopo il caos bisogna subito ritrovare un certo ordine e una certa stabilità

Il neo ministro Valeria Fedeli ha firmato un accordo che si può definire 'distensivo ed opportuno' nei confronti di un mondo, quello della scuola, profondamente ferito dalla sordità della gestione Stefania Giannini. E' ancora presto per vedere quello che succederà nei prossimi mesi: di certo, non si poteva cancellare dall'oggi al domani una legge e, temiamo, non lo si possa fare nemmeno in tempi rapidi.

Ora, più che dei piani straordinari assunzionali e di 'rivoluzioni copernicane Renzi-Giannini', la scuola ha bisogno, se possibile, di ritrovare una certa stabilità e ordine. Abbiamo visto troppo caos e troppa anarchia, abbiamo bisogno di regole giuste e di tornare ad una 'auspicata normalità'.