Questo è probabilmente il periodo storico più compromettente per chi cerca e per chi offre oggi un lavoro in Italia. La crisi economica infatti continua a mettere sempre più in ginocchio le aziende, le quali, anche per questo motivo, devono stare sempre più attente e tutelarsi da lavoratori poco corretti.
Proprio per andare incontro a queste esigenze, è intervenuta la Corte di Cassazione che, con una recente sentenza - la n. 24681/2016 - ha confermato la legittimità del licenziamento per giusta causa nel caso in cui il dipendente sia assente o irreperibile al momento della visita fiscale INPS.
Qualora infatti il dipendente in questione non si trovasse in casa durante la visita del medico INPS, l'assenza implicherebbe il ricorso alle sanzioni disciplinari previsti che, nei casi più gravi, possono arrivare al licenziamento.
Come è noto, il ricorso alla visita fiscale serve a comprovare l'effettivo stato di malattia del dipendente assente dal lavoro, ed è valida sia per i rapporti di lavoro nel settore pubblico sia per quelli invece riguardanti il settore privato. Il medico è alle dipendenze dell'Istituto di Previdenza Sociale (e non del datore di lavoro) ed ha il compito di recarsi "a sorpresa" presso l'abitazione indicanta dal lavoratore come residenza ed effettuare, in questo modo, la visita che accerti i presupposti dell'assenza per malattia.
Il dipendente ha l'obbligo di farsi trovare in casa, indipendente dal fatto che la malattia (più o meno grave) gli permetta o meno di uscire di casa.
Attenzione però, l'obbligo di reperibilità da parte del soggetto vale solo in quelle ore e in quei giorni (inclusi domenica e giorni festivi) in cui, se non fosse stato per la malattia, il lavoratore si sarebbe dovuto trovare a lavoro.
Più precisamente:
- dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00 se è uno statale o un dipendente degli Enti Locali;
- dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 17.00 alle 19.00 se è un dipendente del settore privato.
Saltare la visita fiscale comporta, come è stato già esposto sopra, il ricorso alle sanzioni previste dai contratti nazionali.
In termini economici il lavoratore, qualora risultati irreperibile per la prima volta (quindi senza precedenti a suo carico) perde il diritto all’indennità Inps per dieci giorni.
Le cose, invece, cambiano in caso di seconda assenza: in questo caso, infatti, qualora il soggetto non presentasse valide motivazioni presso gli uffici INPS entro 10 giorni dall'evento, vedrà il suo trattamento economico - previsto in caso di malattia - diminuire del 50%. La terza assenza sospende del tutto il trattamento.
Quali sono dunque le ipotesi in cui è possibile licenziare per giusta causa il dipendente?
La Cassazione in questo è stata molto chiara, dato che: "le ripetute assenze alle visite fiscali rientrano e integrano le motivazioni del licenziamento per giusta causa". Un conferma questa che non lascia più spazio a speculazioni interpretazioni poco chiare.