Come calendarizzato al termine del precedente incontro del 21 febbraio, domani 1° marzo, via al secondo incontro tra Governo e Sindacati in materia previdenziale. Dovrebbero essere i decreti attuativi, l’argomento del summit di domani che si terrà al Ministero del Lavoro, almeno secondo logica. Infatti, i decreti che avviano le misure e gli interventi previdenziali della Legge di Bilancio, devono essere emanati entro 60 giorni dall’entrata in vigore della manovra. Il termine scade il 2 marzo e probabilmente, domani, il Governo spiegherà i contenuti dei decreti alle parti sociali.

Intanto sul tema Pensioni, va sottolineato un incontro tra rappresentanti del Movimento 5 Stelle ed il Presidente del Senato Grasso.

I decreti slittano?

I punti da chiarire ed i dubbi su APE e quota 41 sono tanti e indiscrezioni spingono a credere che il Governo potrebbe scegliere la via di far slittare i decreti alla metà di marzo. Speranze per correttivi alle misure varate in Legge di Bilancio non sono tante. Dopo ripetuti scontri verbali tramite i media, Governo e sindacati sembrano ancora distanti su alcuni punti delle misure. Per l’APE volontaria per esempio, se il prestito ed il suo meccanismo ormai è ben noto, appare ancora poco chiaro il computo di interessi e spese assicurative. Il 4,5% per ogni anno di anticipo alla voce interessi ed il 29% del capitale prestato dalle banche ai pensionati, come spese assicurative, sembrano eccessivi ai sindacati.

Queste però sono solo percentuali indicative, frutto di voci ed indiscrezioni, perché dovrebbero essere proprio i decreti a stabilire le aliquote applicate. Probabilmente le convenzioni tra Governo, ANIA ed ABI, cioè con le associazioni di assicuratori e banche, non è ancora ben definita. Per l’APE sociale, i sindacati fin dagli albori delle trattative, chiedevano che venisse ridotto a 35 anni il numero di contributi annuali necessari all’anticipo pensionistico per lavori gravosi.

Il Governo resta fermo sui 36 anni e soprattutto sul fatto che questi anni di versamenti devono essere effettivi e non figurativi. Alle parti sociali sembra un modo come un altro per ridurre i possibili beneficiari dell’APE agevolata. Lo stesso trattamento riservato ai lavoratori impegnati in attività logoranti con 41 anni di contributi.

La pensione anticipata ai precoci verrà erogata con 41 di contributi versati, di cui uno prima dei 19 anni, ma con gli ultimi 6 anni consecutivi e senza interruzioni. Evidente la difficoltà per qualcuno, tra cui gli edili, che anche rispettando i primi due requisiti (41 anni ed uno prima dei 19 anni), difficilmente potranno presentare 72 mesi di assunzioni consecutive.

Vitalizi d’oro

L’argomento pensioni non si riduce solo all’incontro di domani, ma finisce per abbracciare diversi campi. La notizia degli ultimi giorni è una nuova proposta del Movimento 5 Stelle. Come riporta l’Huffington Post di oggi, il M5S ha incontrato Grasso, Presidente del Senato. La proposta che ha già avuto la sua calendarizzazione per la settimana prossima all’Ufficio di Presidenza della Camera, come confermato dal presidente Boldrini, viene passata anche al presidente del Senato per ottenere una data anche in Senato.

La proposta non ha nulla a che vedere con l’appuntamento di domani su APE e Precoci, ma tratta di vitalizi. Per i Parlamentari Pentastellati, come riporta la Senatrice Bottici, tra le firmatarie della proposta, riguarda la cancellazione dei vitalizi, o meglio, il loro adeguamento alle pensioni per tutti gli italiani. Per i “Grillini” infatti, sarebbe possibile senza fare una legge, ma solo con una delibera, rendere i vitalizi per i Parlamentari, uguali alle pensioni dei cittadini, senza i vantaggi di oggi e soprattutto, senza le cifre a loro concesse che sono nettamente superiori alle pensioni medie degli italiani. Una proposta che ha avuto anche l’assenso dei Boeri, il Presidente dell’INPS che durante una intervista a “Presa Diretta, ne ha confermato la validità e la bontà.