I dati sulla disoccupazione (giovanile e non) continuano ad essere allarmanti e, oggi più che mai, governo e cittadini sono costretti a fare i conti con una crisi occupazionale senza precedenti, tale da mettere in ginocchio un'intera popolazione. Ed è proprio su questo fronte che Governo e parti sociali insieme stanno cercando di intervenire, attraverso delle politiche previdenziali tali da andare incontro a tutti quei soggetti che hanno perso il lavoro e che per questo motivo si trovano in difficoltà economiche. Proprio in questi giorni, infatti, Ministero del Lavoro, Anpal e assessori regionali hanno raggiunto l'accordo su una questione che da diverso tempo è sul tavolo delle negoziazioni: si tratta dell'assegno di ricollocazione, un nuovo intervento previdenziale che, al momento, è ancora in piena fase di sperimentazione.
Sarà infatti con l'invio di apposite lettere che gli enti coinvolti daranno il via a questa prima fase, coinvolgendo ben 25 mila lavoratori disoccupati, i quali beneficeranno per prima di questa nuova misura previdenziale. All'interno delle lettere apposite istruzioni indicheranno al soggetto interessato le modalità per registrarsi sul portale dell'Anpal, dove sarà possibile, contemporaneamente:
- inoltrare la domanda per la percezione dell'assegno;
- scegliere l'ente (pubblico o privato) che si occuperà del proprio collocamento al lavoro.
Come sappiamo in questo caso la novità sta nel fatto che l'agenzia per il collocamento al lavoro sarà remunerata solo quando e se il soggetto troverà nuovamente un'occupazione.
I voucher di disoccupazione, infatti, serviranno a pagare e sostenere le spese di reinserimento al lavoro a seguito dell'effettivo ricollocamento del lavoratore interessato. L'assegno di ricollocazione, nello specifico, avrà durata di sei mesi, i quali potranno essere prorogati - per un periodo pari ad altri sei mesi - qualora il soggetto vanti ancora un credito residuo (ovvero non abbia esaurito l'importo dell'assegno per intero).
A determinare invece, in termini monetari, l'importo di cui potrà godere ogni lavoratore - caso per caso - sarà un apposito algoritmo che, tenendo conto di tutte le informazioni necessarie (come competenze, area geografica, durata disoccupazione etc.), elaborerà un profilo ad hoc per ogni candidato. Il risultato sarà il profiling del lavoratore, meglio conosciuto come profilo occupazionale, che indicherà, all'interno di un range compreso tra 0 e 1, la distanza del soggetto dal mercato del lavoro.
Da questo dato dipenderà l'ammontare stesso dell'assegno, e dunque, per esempio, un punteggio pari a 0,5 corrisponderà al 50% delle possibilità di trovare lavoro, con la conseguenza logica che a chi verrà assegnato un punteggio pari a 1 sarà anche erogato un assegno più alto (pari a 5mila euro) rispetto a chi ha avuto 0 che, poiché più vicino al mercato del lavoro (e quindi con più possibilità di reinserimento) avrà a sua volta diritto ad un assegno di ammontare più basso (pari a mille euro). Ovviamente a tutti i decimali compresi in questo intervallo corrisponderà una diversa entità dell'assegno che, comunque, sarà di un ammontare complessivo compreso tra i 250 euro e i 5 mila euro, che rappresentano rispettivamente il minimo e il massimo importo.