Le ultimissime novità al 16 febbraio 2017 sulle pensioni precoci e anticipate ruotano intorno alle attese che nutrono i lavoratori nei confronti dell'incontro che si terrà il prossimo 21 febbraio tra Poletti e sindacati. Il tavolo di confronto sarà certamente, dicono i lavoratori su facebook, la buona occasione per ritornare a parlare di riforma Pensioni e per calendarizzare la Fase 2 di Governo.
Fase in cui, sperano all'unisono i precoci, si potrà mettere mano sia sull'Ape social quanto sulla quota 41, modificandone la platea di riferimento. Obiettivo che in realtà non sarà facilmente perseguibile, dal momento che in agguato vi sono sempre le ristrettezze imposte dall'UE, dietro le quali spesso, lo sanno bene i lavoratori, si trincea il Governo per non concedere nulla. Vediamo Il punto della situazione e le novità ad oggi.
Pensioni anticipate e precoci, pressing dei precoci nei confronti dei sindacati
I lavoratori precoci sebbene soddisfatti delle ultime dichiarazioni della Camusso, leader della Cgil, e di Calosi, Fiom, che si sono detti per una modifica sostanziale della Riforma Fornero e pro misure turn over generazionale, come la quota 41 e la flessibilità in uscita, continuano a confrontarsi sulle prossime mosse.
L'obiettivo degli iscritti al gruppo 'lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti' è quello di fare in modo che i sindacati, che dovranno rappresentarli, abbiano ben chiare le loro richieste. In particolare la precoce Rosa Poloni invita tutti a scrivere le proprie richieste e a consegnarle alle sedi sindacali di appartenenza. Tra quelle più sentite dal gruppo vi è l'abolizione o la rimodulazione dell'aspettativa di vita e la quota 41 per tutti senza penalità legate all'età. Inoltre i precoci con una petizione online su chance.org hanno rilanciato il DdL 857 che consentirebbe anche un'uscita anticipata molto più vantaggiosa dell' attuale Ape proposta dal Governo. Dal 2019 si chiedono i precoci cosa potrebbe accadere alla quota 41 a causa dell'aspettativa di vita, si allontanerà ancora la quiescenza?
Pensioni 2017, Quota 41 più lontana dal 2019?
Purtroppo, come è noto ai più, l'aspettativa di vita non ha subito modifiche nella Legge di Bilancio 2017, sebbene questa fosse una delle primarie richieste dei lavoratori precoci. Se nulla cambierà con i decreti attuativi o nell'incontro del 21/2, dunque, a cadenza biennale slitterà nuovamente il requisito contributivo necessario per poter andare in pensione. Nello specifico a partire dal 2019 non basteranno più i 41 anni di contributi ma occorreranno già 4 mesi in più, dunque serviranno 41 anni e 4 mesi, che nel 2021 diventeranno 41 e 7 mesi. Insomma sempre più si comprende l'importanza della lotta dei precoci che temono, a ragion veduta, di vedere la quota 41 trasformarsi in un miraggio sempre più lontano.