Qualcosa non torna sulla questione relativa alla trasformazione delle cattedre dell'organico di fatto in organico di diritto. Lo ha denunciato l'onorevole del Movimento Cinque Stelle, Silvia Chimienti la quale ha parlato di 'balletto sui numeri giocato sulla pelle dei docenti precari'. Le ragioni di tale lamentela sono preso chiarite. Nella legge di Bilancio 2017, il governo aveva provveduto a stanziare 400 milioni di euro per autorizzare il passaggio di un tot numero di cattedre dall'organico di fatto all'organico di diritto.

Ultime news scuola, mercoledì 15 febbraio 2017: stabilizzazione precari 'Governo, a che gioco giochiamo?'

Anche la nostra testata vi aveva parlato di una contraddizione di vedute tra il Ministero dell'Istruzione e quello delle Finanze: infatti, se per il dicastero di Viale Trastevere, i fondi stanziati permetterebbero la stabilizzazione di circa 25 mila docenti precari, secondo l'Economia le risorse sarebbero sufficienti a stabilizzare solo la metà del suddetto numero di precari. (10-12 mila posti). L'onorevole pentastellata contesta entrambe le affermazioni, visto che nella relazione tecnica della riforma Buona Scuola, veniva esplicitamente affermato che quell'entità di fondi, avrebbe permesso la trasformazione di 90mila cattedre di supplenza in altrettanti posti a tempo indeterminato.

A tale scopo, l'onorevole Chimienti si chiede: 'Governo, a che gioco stiamo giocando?'

Delega formazione e reclutamento docenti: 'Governo metta le cose in chiaro'

I deputati M5S in Commissione Cultura hanno voluto sottolineare, ancora una volta, come sia stato fatto presente il problema delle supplenze, proprio in occasione delle audizioni relative alle deleghe sulla legge 107.

Non c'è tempo da perdere, sottolineano i deputati pentastellati, ed ecco perchè si chiede al governo di trasformare le supplenze in posti a tempo indeterminato, già a partire dal prossimo anno. Il governo metta le cose in chiaro: c'è l'intenzione oppure no di investire i 400 milioni a regime? I precari della Scuola hanno avuto sin troppa pazienza, non è il momento né di trovare soluzioni di compromesso al ribasso, né tanto meno quello di rimangiarsi la parola.