L'affermazione "Un insegnante antipatico non è un professionista" ha scatenato subito numerosi commenti e critiche da parte dei soggetti interessati che ogni giorno con dedizione e passione svolgono il proprio lavoro. Un insegnante, infatti, è un professionista che oltre alle competenze del sapere e della didattica deve aver sviluppato notevoli competenze socio-emotive. A sostenere questa tesi tanto provocatoria quanto rivoluzionaria è Lucia Suriano, insegnante, autrice di Educare alla felicità ed ambasciatrice nel mondo dell’International Laughter Yoga University.

Vediamo quali sono stati i commenti degli insegnati a questa provocazione.

I commenti degli insegnanti

Un insegnante “antipatico” non è un professionista, egli dovrebbe far ridere in classe e favorire clima positivo e concentrazione. Quali le reazioni degli insegnati, a queste affermazioni, riportate in un'intervista sulla pagina Facebook di Orizzonte Scuola? Eccone alcune:

  • Il dialogo prima di tutto, l'empatia. Questo non vuol dire essere permissivi e poco esigenti. Ma se si riesce a comunicare, a trovare il canale giusto è tutto più semplice. Non è la ricetta perfetta, non funziona al 100%, anche noi abbiamo le nostre giornate no, ma se il canale è aperto i ragazzi capiscono anche questo;
  • Con i ragazzi di oggi che hanno la concentrazione ai minimi termini, impiantare una lezione "leggera" porta a perdere un'ora intera, impossibile infatti ripristinare l'attenzione decentemente...
  • È fondamentale creare un'atmosfera distesa dove ci sia spazio anche per le risate. Le risate aiutano ad abbattere le barriere, in classe si crea un senso di condivisione, di intimità e di confidenza che, oltre a predisporre i bambini/ragazzi all'apprendimento, dà proprio l'idea di essere lì, insieme, di avere un cammino e un obiettivo comuni. Io ho una classe vivace, a volte lo scherzo e la risata possono creare qualche momento di scompiglio, vero... ma quando si riprendono le fila, hai proprio la sensazione di riprendere la marcia, tutti insieme... 24 bambini attenti e partecipi e, soprattutto, a loro agio.

Infine, l'indagine condotta da Lucia Suriano porta ad affermare che la risata non conosce età, i benefici avvengono a livello psico-fisico ed emotivo, non si può scegliere di smettere di ridere, e pertanto la risata apporta benefici non solo nella scuola dell'infanzia ma durante tutto il percorso scolastico. Per leggere l'intera intervista vi rimandiamo al sito di Orizzonte Scuola. Per le altre informazioni sulla scuola vi rimandiamo alla precedente news.