IL Consiglio Nazionale Forense ha appena approvato delle modifiche al dm n. 55/2014 che fissa i parametri per i compensi. Esaminiamo quindi le principali novità, in attesa dell’approvazione definitiva, dopo il placet dei vari Consigli dell'ordine. In arrivo innanzitutto una netta demarcazione fra attività di Attività di assistenza e consulenza.

Le modifiche dell’attività giudiziale-extragiudiziale in materia civile e penale

Il Cnf propone criteri più precisi da utilizzare per determinare il compenso dovuto agli avvocati per l’attività giudiziale e extragiudiziale.

Viene operato un distinguo fra la consulenza, che si esaurisce nel breve periodo, e l’assistenza giudiziale, che si articola in varie attività protratte in un arco temporale più lungo.

In particolare, a parere del Cnf, tali attività si connotano per una diversa tipologia e consistenza. Ecco un esempio di quello che viene in concerto previsto: una controversia giudiziale fino a 1.100 euro, può essere pagata con un compenso pari a 398 euro. Al contrario per l’attività di consulenza extragiudiziale il compenso è di 171 euro. Invece, per una controversia avente valore tra i 5.200 e i 26000 euro, la consulenza è di 800 euro, mentre l’assistenza avrà un compenso pari a 2.400 euro.

Per quanto riguarda l’attività penale invece, il Cnf propone la modifica dell'art.

12 del dm n. 55/2014. L’effetto è quello di stabilire che la determinazione del compenso deve essere vincolata a criteri quantitativi connessi al numero sia di udienze, sia di atti difensivi redatti. Anche le udienze di mero rinvio finiranno nei calcoli dei compensi e viene prevista l'eliminazione della espressione "di regola" dalla norma.

Verrà fatto un distinguo tra udienze di mero rinvio e non di mero rinvio. Il fattore correttivo proposto è un aumento fisso per ogni udienza ulteriore rispetto a quella base non di mero rinvio. Infine saranno modificati i presupposti e le modalità di aumento e/o di riduzione del compenso per l’assistenza a più soggetti e del compenso per l’atto di precetto.

Viene ad essere individuata una fase post decisoria prevedendo compensi per singoli ed autonomi adempimenti che non rientrano di fatto né nella fase decisionale né in quella esecutiva ma che sono funzionalmente connessi alle stesse.

Attività di Mediazione e attività amministrativa. Cosa cambia?

Per quanto riguarda il compenso dovuto per l’attività di mediazione, bisogna applicare i parametri relativi all’attività giudiziale, limitandoli alle fasi effettivamente svolte. In alternativa a tale ipotesi è poi previsto l’utilizzo di una tabella specifica per le procedure di mediazione e adr con compenso omni-comprensivo.

Per quanto riguarda le tabelle amministrative giudiziali viene previsto l’inserimento della fase di ottemperanza.

Nello specifico, si propone, dunque, di prevedere una tabella autonoma per la fase cautelare che preveda le fasi di studio della controversia, di trattazione e decisionale i cui compensi siano proporzionalmente determinati rispetto a quelli previsti per la fase di merito. Tale discorso va fatto per la fase cautelare innanzi il Consiglio di Stato ove, peraltro, allo stato, tale fase non è contemplata. Viene prevista una semplificazione, attraverso lo sviluppo di tabelle indicandone i parametri previsti per il primo ed il secondo grado nel contenzioso civile, prescindendosi dall’autorità giudiziaria competente in via funzionale.