Dopo gli ultimi sviluppi derivanti dall'incontro di ieri pomeriggio tra Governo e sindacati torniamo ad aggiornare i lettori della nostra rubrica "Parola ai Comitati" facendo il punto della situazione previdenziale. Il confronto è infatti destinato a proseguire principalmente su due binari. Da un lato le parti sociali chiedono un'accelerazione sui Dpcm, i provvedimenti attuativi riguardanti le misure di flessibilità previste con la legge di bilancio 2017 (principalmente APE e Quota 41 per i precoci). Dall'altro lato, con il prossimo tavolo riprenderà la cosiddetta FASE 2 della riforma previdenziale, che sarà centrata sul sistema contributivo, sulla tutela dei soggetti più deboli e sul rilancio della previdenza integrativa.

Il Governo prepara i nuovi decreti attuativi

Proprio in merito ai Dpcm i sindacati hanno espresso le principali preoccupazioni. Le perplessità sembrano emergere sia nel metodo adottato che riguardo ai tempi entro cui varare i provvedimenti. Nel primo caso le preoccupazioni riguardano interpretazioni che potrebbero risultare eccessivamente restrittive nell'accesso alle nuove misure previdenziali, con l'istituzione di un ordine di priorità rispetto ai casi ritenuti più meritevoli. Sullo sfondo resta anche la necessità di accelerare la definizione dei Decreti attuativi, stante che la scadenza per l'avvio dell'Ape è fissata al prossimo 1° maggio 2017, mentre il Governo avrebbe indicato alle sigle sindacali la data del 30 giugno 2017 come ultimo giorno utile per presentare le domande di accesso all'APE social o alla Quota 41 dei lavoratori precoci.

Riforma pensioni. il prossimo tavolo fissato al 23 marzo 2017

Per quanto concerne invece il nuovo confronto tra Governo e la piattaforma unitaria (Cgil, Cisl e Uil), l'appuntamento è fissato al prossimo giovedì 23/3. La discussione verterà sulle tutele per le nuove generazioni, attraverso l'istituzione di una pensione di garanzia basata sugli anni effettivi di versamenti per chi è iscritto al contributivo puro.

Vi è poi il tema della flessibilità in uscita, del lavoro di cura svolto in famiglia e delle altre tutele in favore delle donne. Infine, i sindacati chiedono con forza di rilanciare la previdenza integrativa, parificando l'imposizione fiscale tra lavoratori pubblici e privati, oltre che favorendo l'iscrizione attraverso i contratti collettivi.

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