Dopo i recenti fatti di cronaca di Busto Arsizio, dove, lo ricordiamo, un'educatrice è stata aggredita da quattro minori in una comunità durante un turno di notte, inizia a palesarsi all'opinione pubblica una drammatica piaga all'italiana, conosciuta purtroppo solo da chi direttamente o indirettamente ne è coinvolto.
A tal proposito è intervenuto il Presidente dell'APEI, Alessandro Prisciandaro, che ha lanciato la campagna: 'Mai più da sole nei turni di notte! La nostra associazione denuncia le condizioni di sfruttamento. Pochi euro l'ora per un delicatissimo lavoro di reinserimento sociale'.
Per chi vuole aderire, sarà sufficiente aggiungere ai propri post l'#maipiùdasoleneiturnidinotte. Lo scopo è di sensibilizzare l'opinione pubblica, gli amministratori e i politici, perché è chiaro che il sistema di accoglienza nelle comunità per minori così non funziona ed occorre riorganizzarlo.
Testimonianza shock: 'Le mie notti di violenza subita in una comunità'
'Svolgevo sia di giorno che di notte servizio da sola in una comunità per cinque minori in provincia di Lecco - inizia così a raccontare la sua storia la nostra testimone che preferisce mantenere l'anonimato - Una notte in particolare uno dei ragazzi, che aveva allora 17 anni, ha tentato una violenza sessuale. Erano le 23:30 circa e tutti i ragazzi dormivano, tranne lui.
In più uno dei minori si era addormentato sul divano, guardando la tv. Il ragazzo con una scusa mi ha fatto entrare in camera e mi ha costretto a sedermi sulle sue gambe. Ho cercato di svincolarmi e lui ha reagito buttandomi sul letto e bloccandomi per qualche minuto, fino a quando non è entrato in camera l'altro ragazzo che dormiva in salone e la tragica vicenda per fortuna si è conclusa: sono stata liberata'.
'Ora - continua l'educatrice - ho sporto denuncia ai carabinieri. Non lavoro più lì, perché i ragazzi si sono coalizzati tutti contro di me. Inoltre, la gestione non ha saputo gestire il problema in quanto successivamente mi hanno messo tutti turni di notte, facendo in un mese tredici notti. Invece, il ragazzo, un minore straniero non accompagnato, è stato trasferito in un'altra comunità'.
Educatore professionale: un mestiere ad alto rischio fisico
Per capire quanto il fenomeno sia purtroppo diffuso la stessa testimone confessa di aver subito nella stessa comunità un'altra notte di violenza non sessualee non denunciata da due ragazzi. L'educatrice aveva quel giorno svolto già servizio dalle 12 alle 22 e le avevano chiesto di fare anche il turno di notte, aspetto di per sé già illegale e contro ogni senso umano. Uno dei due ragazzi che le ha mosso violenza aveva avuto già problemi in altre comunità, mostrandosi come un soggetto particolarmente aggressivo: 'Quella notte mi hanno messo alla prova, perché i ragazzi fanno così.È stata una notte lunghissima. Si tratta di un fenomeno frequente, infatti, conosco colleghe che hanno subito violenza, ma non hanno avuto il coraggio di denunciare'.
Molte comunità per minori quindi non solo non tutelano i propri lavoratori con un compenso di circa 9 euro e 11 centesimi lordi diurne, ma li pongono anche in condizioni di rischio, di pericolo. Bisogna quindi intervenire con delle norme tecniche e contrattuali che possano difendere l'educatore.È giunto il momento che questi professionisti facciano sentire la propria voce, affinché simili situazioni non si verifichino più. Anche in questa ottica si può vedere il pdl 3829, che prevede l'introduzione delle telecamere negli ambienti educativi,a difesa quindi non solo degli utenti, ma anche di chi ci lavora.