L'alternativa alla pensione anticipata pubblica si chiama "RITA", acronimo di Rendita integrativa temporanea anticipata, e potrà funzionare in alternativa o in tandem con l'APE. Nelle ultime settimane gli sviluppi del comparto previdenziale hanno visto arrivare importanti novità anche per questa misura, che permetterà di fruire del montante accumulato nel proprio fondo pensione (aperto o di categoria) con il beneficio dell'aliquota agevolata massima attualmente in vigore (dal 15% al 9%, a seconda degli anni di permanenza all'interno della previdenza integrativa).
In merito alle istruzioni operative, la Covip ha diramato una circolare lo scorso 22/3, contenente tutte le informazioni di approfondimento al riguardo e le istruzioni operative sia per quanto concerne la domanda di pensionamento che la gestione della posizione durante la percezione dell'anticipo. Vediamo insieme i punti chiave da conoscere al riguardo nel nostro nuovo approfondimento.
Fondi pensione e rendita anticipata: i requisiti per la domanda di accesso
Partiamo dalla modalità di attivazione della rendita, che dovrà passare necessariamente per la verifica dei requisiti di legge dell'anticipo pubblico. Spetterà quindi al lavoratore certificare presso l'Inps l'aderenza ai parametri dell'APE (63 anni di età, 20 anni di contribuzione e un assegno pubblico minimo superiore a circa 700 euro).
Una volta verificati questi parametri, Rita potrà essere richiesta anche senza fare contestuale domanda per l'APE, ma il lavoratore dovrà aver cessato il proprio rapporto di lavoro. Sarà poi compito dei fondi verificare la presenza di tutti i documenti prima di attivare la prestazione anticipata e procedere infine all'erogazione diretta della rendita.
La posizione maturata continuerà a beneficiare della gestione finanziaria
Per quanto concerne invece la prassi di funzionamento della fase attiva di RITA, la Covip ha chiarito che i fruitori potranno continuare a beneficiare dei rendimenti offerti dalla gestione finanziaria in riferimento alla quota di montante che non risulta ancora svincolata.
L'accantonamento di volta in volta rimanente rispetto alle rate erogate sarà destinato d'ufficio alla linea d'investimento garantita o comunque a quella più prudenziale (a seconda di quanto già previsto dal fondo), anche se al lavoratore resterà la possibilità di indirizzare il montante residuo verso altri comparti.
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