Oggi è il giorno della storia. I protagonisti di questo lunedì 2017 sono i lavoratori, parte di ogni battaglia operaia ed ogni manifestazione prontamente decise a conquistarsi un diritto fondamentale, ossia la diminuizione delle ore lavorative fissate a otto ore. Le origini di tale festa risale precisamente a una manifestazione new yorkese datata il 5 settembre 1882 dai Knights of Labor – organizzazione fondata nel 1869 -.

I lavoratori festeggeranno?

Probabilmente non tutti. Secondo una profonda ricerca attuata dall'Eurobarometro e pubblicata il 24 aprile 2014, per quanto riguarda oltre l'80 % degli intervistati in Danimarca, Paesi Bassi e Finlandia la soddisfazione delle proprie condizioni lavorative risulta essere sufficiente.

Al contrario, più della metà dei cittadini residenti in Grecia non sono della stessa opinione – così come chi vive in italia, Croazia, Spagna, Bulgaria, Romania, Portogallo, Slovacchia e Polonia.

A distanza di tre anni, le cose sono migliorate?

Purtroppo non si può dare una risposta positiva. La Finlandia, inondata dalla crisi, rischia di diventare la nuova Grecia del Nord. In Italia, sebbene siano state ridotte le tassazioni, la situazione non accenna a migliorare e la crescita demografica di certo non aiuta. In contemporanea all'assurda crescita delle città la crisi aumenta, così come la frustrazione e la rabbia delle famiglie che necessitano di almeno due stipendi per riuscire ad arrivare alla fine del mese con debiti minimi, motivo per cui – chi può, si trasferisce all'estero, in paesi dove le condizioni lavorative risultano discrete e i disagi contenuti.

Nonostante ciò, c'è chi è troppo legato alle proprie origini per decidere di attuare nella propria vita un cambiamento così radicale, finendo per soffrire le pene dell'inferno pagando persino l'aria che respira. Persino i neolaureati soffrono di queste problematiche, tanto che – più della metà di questi ultimi si appoggiano ai genitori sino a quando non avranno possibilità di essere autonomi e pronti a provvedere al loro personale mantenimento.

Malgrado le tante difficoltà, il popolo italiano non perde la speranza e continua a manifestare per i propri diritti e il proprio benessere. Secondo l'opinione politica entro il 2024 la precarizzazione, lo sfruttamento, la riduzione degli stipendi e tutto ciò che concerne la disastrosa situazione attuale dovrebbe diminuire – anche se in minima percentuale -, procedendo mano a mano nella direzione del totale miglioramento collettivo.

Incrociamo le dita!