E' atteso per oggi l'incontro fra il Governo Gentiloni e le tre sigle confederali volto a discutere i temi previdenziali rimasti aperti per arrivare finalmente all'avvio della cosiddetta Fase 2 dell'accordo siglato a Palazzo Chigi lo scorso autunno. A nulla è servito l'incontro svoltosi lo scorso 4 maggio, visto che non è stata apportata nessuna modifica sulle misure previdenziali previste dalla Legge di Bilancio.

Il Governo impegnato nell'incontro con i sindacati

Cosa che non suscita soddisfazione fra i sindacati Cgil, Cisl e Uil che continuano a chiedere l'estensione della Quota 41 per tutti i lavoratori.

L'incontro previsto per oggi, infatti, non dovrebbe concentrarsi sul meccanismo di Quota 41 bensì sull'avvio della cosiddetta Fase 2 che dovrebbe portare ad importanti novità per quanto riguarda alcuni interventi sulla previdenza complementare con riferimento alle Pensioni future delle giovani generazioni oltre alla ristrutturazione del sistema contributivo.

Non è escluso che si parlerà anche dell'Ape Sociale anche se il Premier sta tuttora lavorando sui decreti attuativi passati già all'esame del Consiglio di Stato che ha suggerito le modifiche da apportare per quanto riguarda la decorrenza retroattiva sin dalla data del primo maggio. Richiesta che sembra essere stata accolta dal Governo.

Probabili novità sull'assegno di garanzia

Tra le questioni da affrontare a margine della Fase 2 ci sarà anche quella riguardante il ridimensionamento della governance dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale oltre alla cosiddetta pensione di garanzia che consentirebbe ai giovani che hanno iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 2015 di integrare il loro futuro assegno previdenziale con ulteriori 500 euro interamente a carico dello Stato fino al raggiungimento di un massimo di 1.500 euro mensili.

Il dibattito si concentrerà anche sul rapporto fra assistenza e previdenza. Lo scopo sarebbe quello di creare nuovi interventi che potrebbero rendere più equo il sistema contributivo.

Non è escluso che una parentesi possa aprirsi anche sul delicato tema dei lavoratori precoci, per i quali si chiede l'estensione delle platee anche se si attendono nuovi riscontri con i decreti attuativi sui quali resta concentrato l'esecutivo. A preoccupare maggiormente, però, sono i ritardi nell'emanazione dei Dpcm che potrebbero compromettere l'avvio della Fase 2.