Mentre il Governo è impegnato sui decreti attuativi relativi alle misure pensionistiche inserite nella Legge di Stabilità 2017, il Parlamento ha dato il via all'esame della manovra-bis dei sindacati al fine di apportare gli eventuali correttivi sull'Ape e sul meccanismo di Quota 41.

La manovra-bis in esame al Parlamento

Estendere le misure ad una più ampia platea di beneficiari; è questa la richiesta della parte sindacale contenuta nella Legge n. 50/2017. L'intento di Cgil, Cisl e Uil, infatti, consiste nel fatto che i destinatari dei benefici come l'Ape Social e la Quota 41 siano maggiori rispetto a quelli previsti dalla nuova Legge di Bilancio.

Come ormai tanti sanno, le misure si concentrano solo su una platea ristretta: dai disoccupati, ai soggetti che svolgono lavori di cura e assistenza, ai lavoratori addetti alle mansioni usuranti e agli invalidi al 74 %. Cosa che viene considerata errata visto che, molti lavoratori seppur non rientrando nelle categorie svantaggiate siano già in possesso dei requisiti per accedere all'Ape Social e alla Quota 41 ma non hanno la possibilità di presentare le domande per via della loro esclusione nelle norme contenute nella manovra finanziaria.

I sindacati chiedono l'aumento della franchigia

E' questo il motivo che spinge i sindacati a chiedere l'estensione della platea dei beneficiari. Da rivedere anche l'ulteriore allungamento della franchigia che andrebbe dai 12 ai 24 mesi favorendo l'uscita anticipata degli addetti alle mansioni usuranti visto che darebbe la possibilità di fruire della Quota 41 a condizione di aver svolto lavori gravosi per cinque anni negli ultimi sette.

Nell'agenda dei sindacati, anche l'abbassamento del requisito contributivo da 36 anni a 30 anni per beneficiare dell'Ape Social, ovvero del reddito ponte fino a 1.500 euro interamente a carico dello Stato. Stando alla manovra bis delle tre sigle confederali in Parlamento si dovrà discutere anche sull'inclusione degli operai agricoli e dei lavoratori che hanno cessato il rapporto di lavoro per giusta causa o a seguito di un licenziamento e che non hanno goduto degli ammortizzatori sociali nei benefici previdenziali concessi dalla Legge di Bilancio.

Non resta escluso, infatti, che potrebbero arrivare degli emendamenti che potrebbero aprire nuovi dibattiti sulle questioni rimaste irrisolte con la nuova Legge di Stabilità anche al fine di chiudere in tempi brevi questa parentesi e riaprire la cosiddetta Fase 2.