In un recente dialogo intrapreso tra il Governo e i sindacati, come annunciato dal sottosegretario all’economia Baretta, vi è stato il tentativo di agevolare il raggiungimento dell’età pensionabile. I sindacati già da tempo avevano prospettato tale possibilità. Oggi finalmente è allo studio del governo la possibilità di consentire ai giovani il riscatto degli anni universitari in modo gratuito.

Il riscatto della laurea: cos’è

Si tratta di un istituto che consente di far valere a fini pensionistici il periodo del corso di studi universitario. Può avvalersi di tale possibilità chi ha conseguito il diploma di laurea o titolo equiparato, anche se inoccupato ed anche se, al momento della domanda, non sia mai stato iscritto a nessuna forma di previdenza o non abbia iniziato alcuna attività lavorativa.

E’ necessario che sia stato versato almeno un contributo obbligatorio nell'ordinamento pensionistico al quale si richiede il riscatto.

La proposta dei sindacati

In pratica si tratta di far valere gli anni dei corsi di studio universitari come anni utili ai fini del pensionamento, come se fossero anni di lavoro. Ma la vera stravolgente novità sarebbe costituita dalla gratuità di tale equiparazione.

Coloro che hanno già richiesto all’ente di previdenza (inps) il calcolo dell’ammontare da pagare ai fini del riscatto, sanno bene che le somme richieste corrispondono e cifre esorbitanti, specie dopo i primi anni di lavoro o di fatturato (per i lavoratori autonomi). In pratica l’ammontare che viene richiesto dall’ente previdenziale è proporzionato al reddito degli ultimi tre anni, quindi con il sistema attuale è preferibile chiedere il riscatto quando si è ancora privi di reddito.

E’ però "un cane che si morde la coda": come potrebbe pagare un riscatto universitario (ad esempio di 10.000 euro) una persona appena laureata e priva di reddito? E’ anche vero che la somma che viene richiesta dall’ente previdenziale è dilazionabile in rate annuali, ma resta il problema di base. E’ proprio questa difficoltà che è stata presa di mira dai sindacati ed oggi anche dal governo.

Riscatto anni di laurea senza oneri per i giovani?

Anni universitari considerati come anni utili per il raggiungimento dell’età pensionabile.

Lo scopo del dialogo sindacati-governo è di aiutare i giovani, anche in considerazione dell’età in cui si inizia a lavorare (28-30 anni) e della conseguente difficoltà che si incontrerebbe nel raggiungere l’età minima pensionabile (differente per i lavoratori autonomi in base alla cassa di appartenenza: per gli avvocati è di 70 anni, consulenti del lavoro a 70 anni, dottori commercialisti, da 61 a 70 anni, per i farmacisti 68 anni, i giornalisti 65 anni, per ingegneri e architetti 66 anni, per i medici 68 anni).

Occorre quindi far fronte alla crisi occupazionale che, allo stato, non consentirà a molte persone di poter andare in pensione. Si cerca quindi di garantire la continuità contributiva ai laureati che hanno dedicato molti anno allo studio. Ciò anche al fine di incentivare nuovi studenti a laurearsi.

Chi sarà agevolato dal riscatto gratuito degli anni universitari

Al momento l’idea riguarda coloro che hanno completato l’iter di studio e quindi hanno conseguito il titolo (diploma di laurea, laurea o titolo equiparato). Gli anni riscattabili gratuitamente saranno solo quelli oggetto del piano di studio, quindi saranno esclusi gli anni fuori corso.

La proposta ora sarà definita nell’ambito di questo dialogo intrapreso dal governo con i sindacati. Per restare aggiornato sulle novità di diritto, lavoro ed economia premi il tasto Segui accanto al nome dell'autore dell'articolo.