La misura riguardante l'Ape Social sarà retroattiva. È quanto emerso dall'ultimo confronto fra il Governo Gentiloni e i sindacati Cgil, Cisl e Uil seppur l'incontro non abbia portato ad altre novità interessanti sugli altri temi previdenziali. In molti si aspettavano un dibattito sul meccanismo di Quota 41 e sui decreti attuativi sull'Ape volontario ma per ora dovranno accontentarsi dell'Ape Social.

Il Governo accoglie la richiesta del Cds

Il Governo, infatti, sembra aver accolto la richiesta di modifica del Consiglio di Stato che mira alla decorrenza retroattiva della misura relativa all'Ape Social che contentirebbe ai disoccupati privi di ammortizzatori sociali, ai caregivers, agli invalidi al 74% e agli addetti alle mansioni usuranti di beneficiare di un reddito ponte fino ad un massimo di 1.500 euro dopo il raggiungimento di almeno 63 anni di età anagrafica accompagnati ai 30 anni di contributi (36 per i lavori usuranti) fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia.

Ape Social, la partita non è ancora chiusa

Non ha portato a nessuna delle novità previste il confronto tenutosi nei giorni scorsi fra Governo e parti sociali ma stando a quanto affermato dal segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli la retroattività dell'Ape Sociale è definitiva anche se non si è detto particolarmente soddisfatto del confronto visto che la partita relativa alla misura contenuta nella Legge di Bilancio 2017 non è ancora chiusa. L'anticipo pensionistico a costo zero, infatti, potrebbe non partire dalla prossima settimana. Cosa che sicuramente porterà ad un'ulteriore proroga di 15 giorni per la presentazione delle istanze di accesso al beneficio.

Di fondamentale importanza è la richiesta al Governo da parte del sindacalista di includere alla misura anche i lavoratori che non hanno maturato il diritto a percepire l'indennità di disoccupazione.

A preoccupare è anche il ritardo nella riapertura della Fase 2 dell'accordo siglato lo scorso settembre a Palazzo Chigi volto a riprendere il delicato tema del futuro previdenziale delle giovani generazioni oltre alla parentesi da riaprire per ciò che concerne la previdenza complementare. Non è escluso, però, che la Fase 2 possa concentrarsi anche sugli altri temi prevideniziali rimasti irrisolti come il meccanismo di Quota 41 sul quale i sindacati chiederanno l'estensione per tutti i lavoratori rimasti esclusi dalla precedente normativa.