Non sono confortanti le notizie e le novità che arrivano dalla riforma della Pubblica Amministrazione 2017 della Madia e dalle trattative per il rinnovo dei contratti statali sul fronte degli aumenti degli stipendi. Infatti, secondo quanto riporta Italia Oggi, degli 85 euro promessi dal 2018 come aumento medio in busta paga, alla fine ne rimarrebbero 45 lordi. Che sarebbero ulteriormente da tagliare in conseguenza delle scremature di tasse e di contributi previdenziali fino a diventare appena 25 euro. Ben poca cosa, soprattutto per un'attesa dei nuovi contratti statali che dura dal 2009 e, soprattutto, in rapporto ad un tasso di inflazione che, nel frattempo, ha eroso gli stipendi dei dipendenti del pubblico impiego di non meno del 10 per cento.

Ma le novità non si fermano qui.

Riforma Pa 2017, contratti statali e aumenti stipendi: questioni 80 euro Renzi e bonus docenti 500 euro

Infatti, nell'ambito della riforma della Pubblica amministrazione e dei nuovi contratti statali 2017, i nodi da sciogliere sugli aumenti degli stipendi sono molteplici. Il primo riguarda la compatibilità degli aumenti degli stipendi con redditi statali quantificabili dai 24 ai 26.000 euro all'anno: un aumento farebbe perdere (oltre a dover restituire) il bonus di Renzi degli 80 euro. In pratica, gli aumenti degli stipendi, che al netto il quotidiano economico quantifica in 25 euro mensili, andrebbero ad azzerarsi con il bonus di 80 euro che, tra l'altro, è versato al netto.

Detto che il ministro Madia e i tecnici del Governo dovranno trovare una soluzione a questo problema, nel mirino della riforma della Pubblica amministrazione e degli aumenti connessi ai contratti statali 2017 è finito anche un altro bonus, quello per la formazione dei docenti di 500 euro che viene erogato agli insegnanti di ruolo.

La misura comporta una spesa per il bilancio statale di 380 milioni di euro: da più parti, svela il quotidiano economico, si stanno facendo pressioni affinché questi soldi siano investiti per il recupero dell'utilità del 2013, ovvero degli scatti di carriera dei docenti della Scuola.

Novità contratti statali 2017 e scuola: nodo perdita utilità 2013 per scatti anzianità e bonus docenti

In altre parole, il rinnovo dei contratti statali dovrebbe compensare l'anno di ritardo rispetto agli scatti di anzianità. Attualmente, il contratto disciplina che gli scatti debbano avvenire al decorrere degli otto, quindici, ventuno, ventotto e trentacinque anni di servizio. Con la perdita dell'utilità del 2013, invece, la progressione attualmente si attua un anno dopo e, pertanto, dopo nove, sedici, ventidue, ventinove e trentasei anni anni di servizio. La differenza non è di poco conto, tanto è vero che questo gradone comporta una perdita di mille euro all'anno con penalizzazioni anche ai fini delle future pensioni.

Infine, limitatamente ai docenti di ruolo della scuola, un altro bonus che potrebbe essere utilizzato per gli aumenti degli stipendi connessi ai rinnovi dei contratti statali potrebbe essere quello del merito dei docenti: lo scorso anno furono messi sul tavolo 200 milioni di euro tramite decreto attuativo della Buona scuola (24 mila euro di media per scuola per la premiazione di un docente su tre). Il bonus docenti, che per il 2016/2017 non è stato ancora finanziato, potrebbe rientrare nella negoziazione sindacale per il rinnovo dei contratti statali.