Archiviata la riforma della Pubblica Amministrazione 2017 del Governo Gentiloni e del ministro Madia, le attenzioni si stanno spostando sui rinnovi dei contratti statali. Proprio in questa settimana, l'8 giugno, è previsto il primo incontro all'Aran tra i rappresentanti dei comparti statali e i tecnici del ministero della Funzione pubblica. Base di partenza è l'intesa stipulata il 30 novembre scorso, con aumenti degli stipendi di 85 euro medi, ma solo a cominciare dal 2018. Tuttavia, gli aumenti degli stipendi promessi non coprono i decrementi delle buste paga che, nel periodo di blocco dei contratti statali, hanno perso il 14 per cento in rapporto al costo della vita.

Le stime sono state diramate dal sindacato Anief.

Ultime oggi 5 giugno su contratti statali: quali aumenti degli stipendi nel 2016, 2017 e 2018?

Inoltre, la cifra degli aumenti di 85 euro legata ai rinnovi dei contratti statali potrebbe anche subire riduzioni nel caso in cui non si dovessero trovare le opportune risorse nella prossima legge di Bilancio del Governo. Trattandosi di un rinnovo che interesserà l'intero triennio, ovvero il 2016, il 2017 ed il 2018, sono state confermate finora solo le cifre degli aumenti degli stipendi per i primi due anni. Infatti, secondo quanto anticipato da Il Sole 24 Ore nei giorni scorsi, per il 2016 l'aumento dovrebbe essere di appena 10 euro al mese, considerando la cifra lorda.

Per l'anno in corso, invece, non si dovrebbe andare oltre i 40 euro al mese, anche in questo caso lordi. Pertanto, dato che il testo dell'accordo Governo-sindacati dello scorso novembre indica che, dal 2018, gli aumenti degli stipendi degli statali dovranno essere di 85 euro medi lordi, ci si chiede a quanto corrispondano, al netto, in busta paga.

Aumenti stipendi 2017 con contratti statali: cifre e rimborso dal 2015

La risposta è stata data da Marcello Pacifico che fa il calcolo sul rinnovo dei contratti dei docenti e del personale della scuola (ma il ragionamento è allargabile a tutto il comparto della conoscenza e agli altri tre comparti nati dalla riforma della Pubblica amministrazione).

Secondo il Presidente dell'Anief, infatti, gli aumenti degli stipendi degli statali di 85 euro corrispondono, al netto, a circa 56 euro mensili, ammesso che tali aumenti siano previsti per tutti. Poca roba rispetto al rimborso che spetterebbe, ad esempio, ad un insegnante che guadagni 1.500 euro al quale il blocco dei contratti in questi anni ha sottratto il 14 per cento di inflazione. Secondo il calcolo dell'Anief, per recuperare le perdite, occorrerebbero 105 euro netti (pari al 7 per cento dell'inflazione) per venti mesi di arretrato (ovvero dalla sentenza della Corte costituzionale del 2015) a titolo di mancato versamento delle indennità di vacanza dei contratti statali. La cifra, poi, dovrebbe raddoppiare all'atto della firma dei contratti statali per recuperare l'altro 7 per cento mancante. Si arriverebbe, pertanto, ad aumenti degli stipendi degli statali pari a 210 euro netti (320 euro lordi).