Quasi del tutto ultimata la riforma della Pubblica Amministrazione, con le novità dei comparti e le nuove regole del pubblico impiego, l'attenzione del Governo Gentiloni e del ministro Madia si sposterà, nelle prossime settimane, al rinnovo dei contratti statali. L'obiettivo principale dei nuovi contratti sarà quello di assicurare gli 85 euro di aumenti negli stipendi degli statali: tuttavia, la misura non sarà esente da difficoltà, sia per il reperimento delle risorse che occorreranno dal 2018, sia per problematiche di natura tecnica. Prima, tra le quali, la compatibilità dell'aumento degli stipendi degli statali con il bonus di 80 euro introdotto a suo tempo da Renzi, che gli stessi lavoratori del pubblico impiego percepiscono a determinati limiti di reddito.
Riforma Pa 2017 e contratti statali: novità di oggi sugli aumenti stipendi e bonus Renzi
Infatti, il rinnovo dei contratti statali 2017 dovrà mirare, soprattutto, ad aumentare i redditi più bassi degli statali. Al ministero della Funzione pubblica di Marianna Madia il meccanismo è conosciuto come "piramide rovesciata": si dovrà procedere su una larga parte dei lavoratori del pubblico impiego, quelli che percepiscono di meno, con misure che amonizzino i redditi della Pubblica amministrazione. Proprio tra i redditi più bassi appartengono i lavoratori statali che percepiscono stipendi per un totale annuo che va dai 24 ai 26 mila euro. In tutto, secondo Il Sole 24 Ore di oggi, sarebbero in 200 mila i dipendenti del pubblico impiego che, all'incremento degli stipendi per 85 euro, rischierebbero di perdere o di dover restituire il bonus di 80 euro di Renzi.
Tra l'altro, la beffa sarebbe doppia in considerazione del fatto che il bonus di 80 euro è versato al lavoratore al netto, mentre gli aumenti degli stipendi di 85 euro verranno elargiti al lordo.
Contratti statali e aumenti stipendi 2017: compatibilità bonus Renzi 80 euro
La questione della compatibilità degli aumenti degli stipendi connessi con i rinnovi dei contratti statali 2017 ed il bonus di Renzi sarà uno dei nodi che dovrà essere sciolto a partire da giovedì prossimo, 8 giugno, in occasione del primo incontro all'Aran tra i rappresentanti dei quattro nuovi comparti statali (ridotti dalla riforma della Pubblica amministrazione) e i tecnici del ministero di Madia.
Secondo quanto riporta il quotidiano economico, la questione dovrà essere comunque risolta a favore del lavoratore statale e, dunque, in modo che una voce di stipendio non faccia perdere l'altra. Seguendo le stime, occorrerebbero cinquecento milioni di euro aggiuntivi per garantire la non perdita del bonus di Renzi. La prima ipotesi è quella di reperire i 500 milioni dalle risorse destinate agli aumenti degli stipendi statali: a risultare penalizzati sarebbero i percettori dei redditi più alti della media, tra i quali anche i presidi e i medici. La seconda, invece, mirerebbe a reperire ulteriori fondi dal bilancio statale: operazione non facile dato che il Governo è già impegnato a trovare 1,2 miliardi per gli aumenti di 85 euro.