A pochi giorni dalla scadenza per l'effettuazione della domanda da parte di coloro che intendono aderire al pensionamento anticipato definito Ape Social, il governo lancia l'allarme per una possibile mancanza di fondi, determinata dalla difficoltà dello stesso governo di reperire le coperture finanziarie adeguate affinché il provvedimento pensionistico possa avere attuazione.

Le difficoltà del governo e i rischi per chi ha aderito

Ape Social, uno strumento di pensionamento anticipato che, a dispetto dei detrattori, sembra invece avere riscosso notevole consenso tra quei cittadini italiani che, per gravose difficoltà familiari, o trovandosi in uno stato di disoccupazione senza più ammortizzatori sociali a disposizione, hanno deciso di optare per un sistema di pensionamento il cui intento è proprio quello di sgravare tali categorie di lavoratori dalla loro situazione.

Proprio in questi giorni, il governo ha annunciato l'adesione di circa 60mila lavoratori al progetto Ape Social, ed entro la scadenza per l'effettuazione della domanda, il quindici luglio 2017, secondo le stime dell'esecutivo e dell'Inps, sono previste all'incirca altre 40mila domande di adesione, situazione che sia il governo che lo stesso Istituto Previdenziale, temono di non poter sostenere.

La cifra di 300 milioni di euro stanziata dall'esecutivo, sembrerebbe non essere sufficiente per la soddisfazione di tutti i richiedenti. Di certo, un problema reale: basti pensare che a conti fatti, un pensionato che abbia aderito all'Ape Social, dovrebbe percepire una somma pensionistica che dovrebbe variare all'incirca tra i 12mila ed i 17mila euro lordi annui e che tali somme moltiplicate per il numero delle istanze presentate, fanno raggiungere una maxi cifra, superante abbondantemente il miliardo di euro.

Dove reperire altri due miliardi di coperture?

Dove reperire i fondi necessari, resta una domanda per ora senza risposta. In un periodo in cui il governo si affanna a trovare soluzioni da proporre a quelle migliaia di lavoratori ancora in bilico tra il loro posto di lavoro e una pensione più volte rimandata, vedi Legge Fornero, la reperibilità di altre coperture finanziarie potrebbe risultare una chimera per il nostro esecutivo, nonché per lo stesso Istituto Previdenziale.

Come verrà gestita l'Ape Social

Messo alle strette, al governo sembrerebbe non restare altro che la 'strada delle precedenze'. L'esecutivo darà la precedenza di pensionamento a coloro che siano più vicini ai requisiti per l'ottenimento della pensione di vecchiaia, ossia che abbiano compiuto 67 anni e sette mesi. Brutte notizie dunque, per chi non trovandosi in tale situazione anagrafica o perlomeno vicina ad essa, rischiano di restare fuori dai benefici Social per tutto il 2017.

Coloro che non vedranno soddisfatta la loro richiesta nel 2017, dovranno purtroppo attendere il 2018, quando il governo darà l'annuncio dell'apertura della nuova finestra pensionistica, anche se, cosa di non poco conto, a quanti tagliati fuori in questo anno, il prossimo, si aggiungeranno quelli che avranno raggiunto i requisiti dopo la metà luglio 2017 e nel 2018 prima dell'apertura alle nuove adesioni.

Cosa potrebbe accadere?

A quel punto, bisognerà vedere se l'esecutivo darà la precedenza a quanti tagliati fuori nel 2017 o se comunque rispetterà l'ordine dell'età anagrafica, ovvero: se ad esempio un richiedente rimasto fuori dal beneficio nel 2017 fosse vicino ai 67 anni ed un richiedente del 2018 avesse invece i 67 anni e sette mesi, di quale dei due sarà la priorità? Non resta che attendere i prossimi provvedimenti di governo.