Nel corso degli ultimi mesi si è assistito ad una vera e propria rivolta sul web da parte di coloro che fanno parte dell'ambizioso (forse troppo) progetto del ministero della Giustizia. I tirocinanti impiegati negli uffici giudiziari, infatti, hanno avuto la possibilità di presentare una domanda per una "borsa di studio" per il periodo di 18 mesi che si può portare a termine presso alcune Autorità dello Stato il cui epilogo -purtroppo- non è stato dei migliori. E' stata pubblicata da pochi minuti la graduatoria definitiva per gli ammessi.

La graduatoria

L'elenco dei nominativi ammessi è reperibile sul sito web ufficiale del Ministero della Giustizia (giustizia.it/giustizia) nella sezione relativa al "Ministero Informa". Sebbene siano migliaia i tirocinanti impiegati attualmente tra gli uffici giudiziari, soltanto 2.409 ammessi potranno usufruire della borsa di studio. Il numero, piuttosto esiguo, non va incontro a tutti coloro che si sono visti rigettare la propria domanda in quanto non rientranti nei parametri stabiliti per il valore I.S.E.E. che è stato fissato sulla base dei fondi ministeriali disponibili e stanziati appositamente per questo scopo.

Gli importi che verranno di fatto erogati, corrispondenti a 400 euro mensili, sono relativi all'anno 2016 e saranno corrisposti in un'unica soluzione.

Cosa succede ora?

Nella nota informativa che è stata pubblicata sul sito del Ministero, si legge che da adesso scatta il termine per presentare ricorso avverso il provvedimento al T.A.R. del Lazio (Roma) oppure al Presidente della Repubblica di 60 e 120 giorni, rispettivamente. Visto lo scompiglio causato dal provvedimento, probabilmente i ricorsi non mancheranno e forse proprio per questa ragione potrebbero slittare ancora più in avanti i termini per la fruizione effettiva degli importi che, ricordiamolo, sono relativi all'anno 2016.

Le proteste

Sebbene si legga che "lo strumento del tirocinio appare diffondersi in gran parte del territorio italiano", si riconosce che la frase sembra essere solo un leggero palliativo dato che i tirocinanti sono sempre più convinti che il loro rapporto presso le amministrazioni dello Stato debba essere adeguatamente ricompensato senza escludere nessuno dalla rosa di coloro che usufruiscono dei fondi.

Come già evidenziato in un articolo precedente riguardante i pro ed i contro del periodo formativo necessario per lo sbocco in magistratura, si nota un malcontento generale soprattutto per coloro che ambivano ad avere un rimborso spese per i viaggi o i pranzi fuori casa che si affrontano quotidianamente per essere in Tribunale piuttosto che in Procura.