Inizialmente si è parlato di 182 persone che sarebbero rimaste senza lavoro; le cifre si sono alternate nel corso dei mesi fino ad arrivare a 354 dipendenti a rischio su un totale di 3.800.

Dopo Sky Italia, dunque, tocca a Ericsson: non si ferma la scia di colossi industriali che si divertono a incassare utili e sbandierare profitti, salvo poi accampare le scuse più strampalate per ricorrere ai licenziamenti. Non solo: i tagli, per la più amara delle beffe, arrivano dopo aver riscosso incentivi dallo Stato italiano. Il governo di un Paese serio come minimo vigilerebbe sul destino dei propri cittadini che rischiano di perdere il lavoro e invece nulla.

Un Governo di sinistra contro i lavoratori e antinazionale

A puntare il dito contro l’immobilismo della politica nazionale è Stefano Conti, segretario generale di Ugl Telecomunicazioni: “Meno male che la sinistra difende i lavoratori” sottolinea in maniera polemica Conti che prosegue “Stanno licenziando in questi giorni i lavoratori della Ericsson, ma il Governo dice di non poter fare nulla per impedirlo. Non può neppure svolgere il ruolo che gli compete, quello di vigilare che non ci siano irregolarità negli appalti e nei rapporti di lavoro?”. Secondo Conti, inoltre, la commessa Wind Tre persa da Ericsson è stata vinta da Zte (azienda cinese) che al momento della gara contava esperienza pari a zero nel nostro Paese, con solo una decina di dipendenti, mentre ne servono centinaia per gestire l'appalto: come mai nessuno vigila su queste irregolarità?.

“Però – conclude il segretario generale di Ugl Telecomunicazioni – questo Governo sostiene apertamente Open Fiber per indebolire Tim ed addirittura gli trova i soldi e pure tanti, per finanziarlo”.

Ericsson come Sky: incentivi per licenziare?

Come Sky sta provvedendo a licenziare numerosi lavoratori a Roma, così Ericsson sembra aver intrapreso la stessa strada.

I tagli più recenti riguardano la sede di Genova: 44 lavoratori sono stati licenziati sul totale di 204 in tutto il territorio nazionale. E questo avviene, appunto, mentre Ericsson cerca di accumulare nuovi fondi partecipando a progetti come l’Agenda Digitale, il Piano nazionale Industria 4.0 e il fondo europeo Horizon. Ma Ericsson numerosi incentivi già li ha percepiti: Il Secolo XIX parla di 7 concessioni di finanziamenti pubblici, per un valore di oltre 38 milioni, arrivati nelle casse di Ericsson dal 2012 al 2017.

Di questa cifra, però, ne è stata spesa solo una parte. Così a Genova in meno di dieci anni si sono aperte 14 vertenze sindacali a fronte di tagli che hanno ridotto i lavoratori da 1.200 dipendenti agli attuali 550.