Nonostante la ripresa dei lavori parlamentari sia ancora relativamente lontana, arrivano delle novità riguardanti i lavoratori precoci. Sulla categoria e i possibili problemi che potrebbero sorgere dopo l'arrivo di 6.000 domande in eccesso rispetto alle 60.000 preventivate tra Ape social e Quota 41 si è espresso nelle ultime ore Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro. L'esponente dem, di recente, ha subito l'ennesimo no alla sua proposta di congelare lo scatto di anzianità legato all'aspettativa di vita almeno fino al 2021. Ad esprimere la propria posizione sfavorevole, in questi giorni, Tommaso Nannicini, che in un'intervista al Sole 24 Ore si è detto contrario al blocco dell'aspettativa di vita.

Damiano: "Assicurare la copertura finanziaria"

In una nota pubblicata sul proprio sito ufficiale, Cesare Damiano ha voluto ricordare come sia necessario assicurare la corretta copertura finanziaria per coloro che rischiano di rimanere esclusi dall'accettazione delle domande per l'anticipo pensionistico agevolato e la quota 41 dei lavoratori precoci. L'attuale presidente della Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati chiede un intervento nella prossima legge di Bilancio per fare in modo che sia garantita la pensione anche a coloro che risulteranno idonei a ricevere l'assegno previdenziale, una volta accettata la loro domanda, il cui termine ultimo per la presentazione era fissato al 15 luglio.

Ricordiamo che dopo questa data è ancora possibile, per i precoci, inviare la propria domanda all'Inps. La seconda scadenza è fissata al 30 novembre di quest'anno. Va da sé che il rischio di non rientrare tra gli idonei al pagamento è concreto, a maggior ragione dopo il boom di domande pervenuto a metà dello scorso mese. Come dire, a rischio e pericolo.

"Bene decreto su Ape volontaria a settembre"

Nella sua nota, inoltre, Cesare Damiano ufficializza la misura dell'Ape volontaria ai primi di settembre, sottolineando come il primo ministro Gentiloni apporrà la sua firma al più tardi all'inizio del prossimo mese. L'ex ministro del Lavoro ribadisce che la penalizzazione, per ogni anno di anticipo richiesto, dovrebbe pesare all'incirca sul 5 per cento dell'assegno pensionistico.

La stessa cifra era circolata già alcuni mesi fa, quando si credeva che Ape social e Ape volontaria prendessero il via nello stesso momento.

Damiano si è invece mostrato maggiormente critico sulla questione riguardante l'aspettativa di vita. Sua e di Maurizio Sacconi la proposta di congelare lo scatto a 67 anni previsto per il 2019. Attraverso le sue dichiarazioni, ha ricordato come la Ragioneria di Stato abbia trascurato il rapporto del Mef (Ministero economia e finanza), che ha parlato di adeguamento contenuto rispetto a quello previsto di 5 mesi tra poco più di un anno, ribadendo come nel 2015 la speranza di vita sia diminuita e non aumentata. Infine, ha definito ridicolo l'aumento dell'età pensionabile se messo in parallelo all'introduzione della flessibilità in uscita che consente di andare in pensione a 63 anni, 3 anni e 7 mesi prima rispetto all'attuale soglia dei 66 anni e 7 mesi della riforma Fornero.