"Non hanno coraggio e poi torniamo noi tecnici a fare le riforme". Parole che, per alcuni lavoratori, suonano come una minaccia, se vengono ricollegate alla figura di Elsa Fornero. E a parlare così è stata proprio l'ex ministra del Lavoro, a cui si deve la riforma Pensioni tanto criticata negli ultimi anni da destra e sinistra, nonostante in Parlamento fosse stata votata da tutti, Lega Nord esclusa. La Fornero ha rilasciato un'importante intervista al quotidiano Il Foglio e le sue dichiarazioni sono state riprese dai principali quotidiani nazionali.

L'argomento di discussione è sempre quello relativo al congelamento dell'aspettativa di vita per il 2019, proposto tra gli altri da Cesare Damiano e Maurizio Sacconi. Su questo punto si sono espressi anche i sindacati, all'indomani dell'intervento della Ragioneria di Stato. Simbolica la foto postata da Rassegna.it, sito legato al sindacato Cgil, che nel postare le parole del segretario Ghiselli ha mostrato in primo piano uno degli slogan dei lavoratori precoci: "La pensione la vogliamo da vivi".

Fornero: 'Non hanno coraggio'

Dichiarazioni forti quelle pronunciate da Elsa Fornero alla redazione de Il Foglio, parole che faranno molto discutere, soprattutto chi, tra i lavoratori, contesta da anni la riforma previdenziale varata dal governo Monti.

L'ex ministra ha affermato che, avvicinandoci alla campagna elettorale, i politici lanciano proclami che, il più delle volte, non possono mantenere. Ha poi lanciato un durissimo attacco a chi, in queste ultime settimane, sta proponendo il rinvio dell'aspettativa di vita, parlando letteralmente di "pochezza della classe politica", in riferimento appunto alla proposta legata alla riflessione sull'adeguamento dell'età pensionabile, uno dei pilastri su cui si fonda l'attuale impianto pensionistico italiano.

Nelle parole della Fornero si intravede chiaramente una critica forte a tutti quei politici che stanno discutendo in merito alla revisione del meccanismo della speranza di vita, una misura che va ripensata anche secondo i sindacati, che definiscono l'andare in pensione a 67 anni dal 2019 socialmente non sostenibile.

Lavoratori precoci spettatori interessati

Il tema dell'aspettativa di vita riguarda da vicino anche i lavoratori precoci, sia quelli che rientrano nella misura quota 41 varata dal governo e strettamente collegata ai requisiti dell'Ape social, sia per tutti quelli che invece devono andare in pensione in base ai requisiti della legge Fornero. Se dovesse passare la linea Boeri, contrario al rinvio - blocco degli scatti automatici dell'età pensionabile, fra pochi anni i precoci si troveranno a dover restare sul posto di lavoro per 44 anni (biennio 2025-2026). Cinque anni più tardi serviranno 44 anni e 8 mesi di contributi (2031-2032). Nel 2041-2042 si andrà invece in pensione dopo 45 anni e 7 mesi di contributi. Nel 2050 si sfonderà il tetto dei 46 anni di contributi. Per quanto riguarda invece le donne, a questi numeri va sottratto un anno.