Torna alla ribalta l'argomento riforma Pensioni 2017 e in particolare i dialoghi e il confronto tra il Governo e i sindacati sulla cosiddetta "Fase Due" dei vertici cominciati già mesi fa. Proprio oggi, infatti, secondo quanto riportato da Pensionioggi.it, si torna a parlare presso la sede del ministero del Lavoro di tutto quello che dovrà essere nell'imminente futuro. Lo ha spiegato il segretario della CGIL Roberto Ghiselli, dicendo che adesso dovranno essere scoperte le carte in tavola sui temi cruciali come la flessibilità, la previdenza complementare, la rivalutazione delle pensioni a partire dal 2019, la delicata questione dell'età pensionabile e il riconoscimento del lavoro di cura alle donne.
Saranno questi alcuni dei temi che verranno trattati nel confronto.
Riforma pensioni, ipotesi bonus sulle minime?
L'ipotesi che si affaccia è quella di innalzare di 40 euro al mese l'assegno per i 4 milioni di soggetti pensionati incapienti. Si tratterebbe di una spesa complessiva da 2 miliardi di euro e Ghiselli a riguardo si è espresso affermando di non saperne nulla ma che la CGIL è stata la prima a porre il tema del sostegno alle pensioni più basse e che qualche risultato si è già ottenuto come il rafforzamento della quattordicesima. Il problema di questi pensionati poveri c'è ma bisogna affrontarlo come tema sociale e intervenire non soltanto economicamente, ma anche con assistenza e servizi.
Riforma pensioni, la questione giovani lavoratori
Un'altra pista viva è quella che porta all'introduzione di una mini garanzia per i lavoratori giovani che hanno sempre più carriere discontinue e precarie. Ma non solo, perché si parla anche di possibili misure per lo sviluppo della previdenza complementare e della creazione di un bonus contributivo per le donne in modo da agevolare l'accesso all'Ape social.
A riguardo potrebbe essere ridotto il requisito contributivo di qualche anno.
Riforma pensioni: incremento dell'età pensionabile
Per quanto riguarda il tema delicato dell'aumento dell'età pensionabile relativamente al meccanismo della speranza di vita, al momento la posizione del governo sembra di chiusura. Ma per Ghiselli è una posizione sbagliata che produrrà un danno enorme al Paese, perché per potersi ritirare dal lavoro un soggetto dovrà avere 45 anni di lavoro alle spalle.
Secondo il suo parere bisognerà intervenire anche sulla fiscalità generale e non solo utilizzare la leva contributiva per affrontare questo aspetto.
Gli altri provvedimenti
Un altro capitolo molto importante per Ghiselli dovrà essere quello legato alla rivalutazione delle pensioni nel 2019. La CGIL starebbe chiedendo una rivalutazione più efficace perché bisogna fare attenzione ai consumi reali dei pensionati. Per quanto concerne l'APe social, invece, è necessario introdurre qualche correttivo per il segretario confederale della CGIL. Per Ghiselli, infatti, gli anni contributivi necessari per accedervi sono troppi, soprattutto per le donne, per i lavoratori edili e per chi svolge attività discontinue.
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