Sono numerose le ipotesi di riforma delle Pensioni che andranno sul tavolo del Governo nel prossimo autunno, alcune delle quali potrebbero diventare provvedimenti della legge di Bilancio 2018. Già mercoledì prossimo, 30 agosto 2017, è previsto un incontro sulla "Fase 2" delle pensioni e sulle possibilità di riforma del meccanismo contributivo. In ogni modo, sia le pensioni di chi sia in prossimità di uscita da lavoro che future pensioni dei più giovani sono i binari sui quali si muoveranno le nuove strategie pensionistiche. Ad iniziare dalla pensione anticipata a 63 anni con l'anticipo pensionistico Ape: in attesa del decreto definitivo, Il Messaggero di oggi anticipa che, come i precoci con quota 41 e l'Ape social, anche l'uscita volontaria sarà retroattiva, ovvero il prestito partirà (per chi abbia raggiunto i requisiti) a partire dal 1° maggio 2017.

Ultime oggi pensione anticipata 2017 con Ape e precoci quota 41: decorrenza e proposte

Ma, ormai adottati i provvedimenti relativi all'Ape e alla quota 41 dei lavoratori precoci, le pensioni anticipate e pensioni di vecchiaia dei giovani saranno al centro del dibattito, ad iniziare dell'incontro di mercoledì prossimo. Innanzitutto, il Governo potrebbe prendere in considerazione la proposta di Pier Paolo Baretta del riscatto gratuito della laurea per i nati dal 1980 per agevolarne l'uscita con il sistema interamente contributivo. Ma si tratterebbe di una misura parziale che implicherebbe il rispetto degli anni di corso dei futuri laureati. Ed, inoltre, le proposte di riforma delle pensioni mirerebbero a una modifica più sostanziale del meccanismo contributivo.

Infatti, pur avendo una certa flessibilità sui requisiti di uscita, sia per le pensioni anticipate che per quelle di vecchiaia, le pensioni di chi abbia iniziato a lavorare dal 1996 sono sottoposte a vincoli che, di fatto, ne ritardano l'uscita stessa. Infatti, per la pensione anticipata occorrono 63 anni e 7 mesi e venti di contributi, ma anche una pensione futura che debba essere 2,8 volte il pensionamento sociale.

Dai calcoli, dunque, l'assegno dovrà superare i 1.254 euro. Il che non facilita l'uscita, soprattutto per i tanti contribuenti che, nel proprio cassetto previdenziale, abbiano interruzioni lavorative e contratti di lavoro precari.

Novità pensioni anticipate e vecchiaia 2017: requisiti giovani e ipotesi riforma requisiti

Se il contribuente non avesse i requisiti per l'uscita con la pensione anticipata, allora dovrebbe attendere la maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia ovvero, per il 2017 e 2018, i 66 anni e 7 mesi.

Requisiti che sono destinati a salire per ogni biennio e che, nella realtà, dovranno soddisfare un'altra soglia, ovvero l'importo della pensione futura di una volta e mezzo la sociale. Calcoli alla mano, una pensione di almeno 672 euro. E chi non riesce a raggiungere questo importo dovrà attendere altri 3 anni, ovvero l'età dei 70 e sette mesi. Il quotidiano romano anticipa che proprio su questi due paletti potrebbero giocarsi le ipotesi di riforma del meccanismo contributivo. Infine, rimane in piedi la possibilità di prevedere l'assegno minimo garantito di 650 euro, ma occorrerà verificare le risorse che il Governo stanzierà. E' probabile, pertanto, che se ne discuterà in questo autunno per poi rimandare il provvedimento alla prossima legislatura.