La partita relativa ai probabili correttivi alla Legge Fornero che il Governo inserirà nel panorama normativo nostrano entra nel vivo. Iniziano i lavori che porteranno l’Esecutivo a stilare la nuova manovra finanziaria che entrerà in vigore nel 2018. La Legge di Bilancio è il contenitore dentro il quale inserire tutte le nuove norme, ma al suo interno ci sarà spazio anche per lavoro e disoccupazione, argomenti che sono strettamente legati tra loro e con la previdenza. Dopo i ripetuti incontri tra Governo e sindacati il tavolo di discussione è chiaro, come sono chiare le linee di intervento a cui pensa l’Esecutivo.
Nelle ultime ore da registrare una importante iniziativa di uno dei tre sindacati che siedono al tavolo della discussione, la UIL. Il sindacato del Segretario Barbagallo ha indetto una raccolta firme per presentare una proposta di Legge Popolare da inserire nella Legge di Stabilità. Ecco le ultime novità su questi caldi temi e cosa propone la UIL.
Correggere la riforma Fornero è priorità
Le pensioni che si percepiscono in tarda età o con imponenti contributi da versare sono figlie dell’ultima vera riforma previdenziale che si ricordi, quella Fornero. I ripetuti interventi che i vari Governi che si sono susseguiti a quello Monti, compreso l’ultimo pacchetto pensioni del Governo Renzi/Gentiloni di inizio 2017, non hanno riformato il sistema.
Dalle ripetute salvaguardie ad opzione donna, dall’Ape a quota 41, sono stati tanti gli interventi per tamponare evidenti falle lasciate in vigore dalla Fornero. Trattasi però di interventi tampone, che non hanno risolto i tanti problemi dei lavoratori che hanno sempre maggiore difficoltà a raggiungere le pensioni.
Il tema della riforma pensionistica è tornato prepotentemente in auge perché ormai si avvicina la data in cui la Legge Fornero provocherà l’ennesimo innalzamento dei requisiti per la quiescenza.
Infatti, dal 2019 le pensioni potrebbero salire di 5 mesi sia per il requisito anagrafico per le pensioni di vecchiaia che per quello contributivo per la vecchia pensione di anzianità. Si potrebbe arrivare a 67 anni di età minima per la pensione di vecchiaia con 20 anni di contributi versati. Per la pensione anticipata invece si salirebbe a 43 anni e 3 mesi di versamenti necessari.
Il progetto del Governo
Precariato, lavoro che scarseggia, contratti part time e a termine e disoccupazione sono fattori che mal si sposano con i pesanti requisiti di accesso alle pensioni. Il Governo ha già dimostrato apertura a trovare correttivi e ad ascoltare proposte. Tra fondi limitati e diktat europei però, l’Esecutivo allo stesso tempo ha confermato la difficoltà ad intervenire radicalmente. Le misure a cui pensa il Governo, cioè quelle che probabilmente si può permettere di mettere in campo sono la pensione di garanzia e qualche minimo sconto per le donne in materia Ape sociale. L’aspettativa di vita ed il correlativo innalzamento dei requisiti sarà difficilmente tamponabile.
La quota 100 è una proposta che piace anche all’Esecutivo, ma non è fattibile.
Restano i 6 mesi per ogni figlio avuto da offrire alle donne che rientrerebbero nell’Ape sociale se disoccupata, invalide, con invalidi a carico o alle prese con una delle 11 mansioni gravose dell’ultima Legge di Bilancio. I soldi sono pochi e se ad ottobre la Corte Costituzionale, come si sospetta, sancirà l’ennesima condanna del Governo sul Bonus Poletti e sulla mancata indicizzazione delle pensioni fino a 3 volte il minimo, saranno ancora meno.
Ecco la proposta della UIL
Nel frattempo c’è sempre chi sprona il Governo per cambiare il più possibile. La UIL ha indetto una raccolta firme per una proposta di Legge popolare che insieme alle pensioni tratta anche di naspi, il sussidio di disoccupazione Inps.
Come ribadito da Barbagallo, le pensioni, il sostegno al reddito ed i lavori di cura della famiglia sono temi importanti degni di entrare in una Legge proposta dai cittadini. Per la Naspi la UIL propone di eliminare il paletto che dal quarto mese di incasso riduce l’assegno del 3% al mese, con una evidente riduzione di reddito per quanti sono già vessati dall’aver perduto il lavoro. Per le pensioni, l’Ape sociale dovrebbe essere estesa a quei soggetti che non avevano i requisiti per la Naspi che è fattore predominante per l’accesso all’Anticipo Pensionistico come disoccupati. Ampliare poi lo sconto offerto alle donne che sacrificano la carriera per la famiglia, in termini di requisiti di accesso all’Ape sociale e alle altre forme di pensione.