Stavolta è fatta: il presidente del Consiglio ha messo oggi la sua firma sull'ultimo dei decreti attuativi della fase 1 della riforma Pensioni. Paolo Gentiloni, infatti, ha firmato il decreto di attuazione dell'Anticipo pensionistico volontario, la pensione anticipata per gli over 65 con la formula del prestito previdenziale erogato dalle banche, coperto dalle assicurazioni, gestito dall'Inps.

Ape volontario, la firma del premier sul decreto attuativo

Firma che arriva nei primi giorni di settembre, così come annunciato nelle scorse settimane, seppur in notevole ritardo rispetto a quanto previsto l'anno scorso nella legge di Bilancio 2017 in cui è inclusa la prima parte di riforma pensioni che ha introdotto, tra l'altro l'Ape social, la Quota 41 per una parte dei lavoratori precoci, la mini proroga di Opzione donna, il cumulo gratuito dei contributi previdenziali, l'ampliamento della platea dei beneficiari della no tax area pensionati, l'estensione della platea dei beneficiari della quattordicesima previdenziale nonché l'aumento delle stesse.

Il decreto attuativo dell'Ape volontario per i lavoratori over 63, firmato oggi da Gentiloni come comunicato da Palazzo Chigi e dallo stesso premier su Twitter dove ha pubblicato la foto della firma, arriva proprio alla vigilia del nuovo incontro tra governo e sindacati sul lavoro e la riforma pensioni fase 2.

Prosegue confronto governo-sindacati su fase 2 riforma pensioni

L'esecutivo e le parti sociali, come stabilito durante l'incontro del 30 agosto scorso, torneranno a riunirsi nella sede del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali domani 5 settembre. Altri incontri sono poi in programma il 7 e il 13 settembre. Diversi i capitoli aperti e i fronti caldi. In particolare lo scontro sarà sull'aumento dell'età pensionabile in automatico per effetto dell'adeguamento alle speranze di vita rilevate dall'Istat.

I sindacati chiedono il blocco, così come anche i presidente delle commissioni Lavoro della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, rispettivamente Cesare Damiano, del Partito democratico, e Maurizio Sacconi, di Energie per l'Italia, entrambi ex ministri del Lavoro, il primo del Governo Prodi, il secondo del Governo Berlusconi.

Ma il Governo Gentiloni sembra intenzionato ad andare avanti con l'innalzamento dei requisiti anagrafici per l'accesso al trattamento previdenziale così come previsto dalla legge Fornero contro la quale continua la battaglia della Lega Nord di Matteo Salvini che ormai da tempo ne chiede invano l'abolizione.