Mentre continua il dibattito sulla riforma Pensioni (fase 2) sui cui torneranno a riunirsi governo e sindacati dopo la nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, i "Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti", che da tempo reclamano di poter andare in pensione con la Quota 41 dopo una vita di lavoro, sono pronti ad andare in Vaticano per incontrare Papa Francesco. Occasione utile per accendere i riflettori sulla loro situazione per la quale ancora non arrivano risposte da parte dell'esecutivo guidato dal premier Paolo Gentiloni.

Pensioni Quota 41, i lavoratori precoci non si arrendono

Lo rende noto Alfiere De Angelis, moderatore del gruppo Facebook "Lavoratori precoci a tutela dei propri diritti", pubblicando oggi una lettera inviata al prefetto della casa pontificia, monsignor Georg Ganswein, dopo una prima risposta ricevuta il 2 agosto scorso dall'assessore monsignor Paolo Borgia. "Circa l'istanza avanzata - si leggeva nella lettera inviata dal Vaticano - mi pregio di significare che il Santo Padre è lieto di incontrare quanti lo desiderano nel corso dell'udienza generale del mercoledì...".

'Importante per la società e di urgenza per molte famiglie'

I "Lavoratori precoci a tutela dei propri diritti" avevano chiesto di incontrare Papa Francesco nel corso dell'udienza generale dell'8 novembre, adesso si attende conferma sulla data.

"Profitteremo di questa circostanza - si legge nella lettera inviata da Alfiere De Angelis alla casa pontificia - per rinnovare il ringraziamento al Santo Padre per la sensibilità dimostrata verso questo tema così importante - ha sottolineato - per la nostra società e di urgenza per molte famiglie".

Sulla questione ancora niente risposte dal Governo Gentiloni

Al momento sono 130 i lavoratori, provenienti da diverse parti d'Italia, dalla Sicilia al Piemonte, che hanno aderito all'iniziativa e che l'8 novembre dovrebbero partecipare all'udienza generale a San Pietro e incontrare Papa Francesco nel tentativo di riaccendere riflettori sulla questione dei lavoratori precoci che, nonostante abbiano cominciato a lavorare in giovanissima età e pur avendo raggiunto oggi anche più di 41 anni di anzianità contributiva non riescono ad andare in pensione, bloccati al lavoro dalla legge Fornero che invece chiude così e porte del lavoro ai giovani aggravando un grave problema economico e sociale dell'Italia: la crescente disoccupazione giovanile.