Entro domani, l'Inps risponderà a tutti i lavoratori che hanno presentato domanda per l'Ape social e la quota 41. Da indiscrezioni dell'ultima ora, circa il 75 per cento delle oltre 66 mila richieste è stato respinto dall'Inps. La prima denuncia era arrivata dall'Inca, Patronato della Cgil, che aveva parlato dell'arrivo di una valanga di rifiuti. Dichiarazioni che hanno trovato poi conferma nelle principali testate giornalistiche del nostro Paese. Quella di domani, domenica 15 ottobre, rimane una data molto importante per tanti lavoratori italiani, anche se le previsioni non sono delle più ottimistiche riguardo la graduatoria dell'Inps.
I passi da compiere se la domanda viene respinta
Per la giornata di domani sono previste numerose proteste da parte di coloro che hanno presentato domanda di pensionamento con Ape social e quota 41. Nel caso la vostra domanda risulti essere respinta da parte dell'Inps, potete ugualmente fare qualcosa. E' importante però seguire alla lettera quanto prevede la normativa. Fondamentale presentare una nuova istanza, dopo aver ricevuto i dettagli in merito al respingimento iniziale della propria domanda di pensionamento.
Tale opzione, disponibile per i lavoratori a cui viene rigettata la domanda, è chiamata anche con il termine riesame. Di capitale importanza rispettare la scadenza fissata per legge.
Le nuove domande dovranno essere inviate all'Inps entro il prossimo 15 novembre. Dunque, l'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale concede un margine ulteriore di un mese per ricevere gli eventuali riesami da parte di chi crede di avere i requisiti necessari richiesti per andare in pensione anticipata con l'Ape in forma agevolata oppure dopo 41 anni di contributi come stabilito dal decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale la scorsa estate.
Oggi intanto, i sindacati scenderanno in piazza in tutta Italia per protesta contro il governo, chiedendo all'esecutivo del premier Gentiloni di cambiare le Pensioni. Una richiesta che verrà nuovamente fatta in data 16 ottobre, lunedì prossimo, quando Cgil, Cisl e Uil su invito del Ministero del Lavoro ascolteranno i rappresentanti del governo riguardo la fase 2 del confronto sui temi previdenziali quali nuova pensione per i giovani, valorizzazione dei lavori di cura, rinvio dell'aspettativa di vita per scongiurare l'aumento dell'età pensionabile a 67 anni.
Da parte dei sindacati c'è la consapevolezza che in più di un'occasione il governo ha fatto capire come le risorse per la prossima manovra finanziaria siano esigue e dunque non ci si possa aspettare "miracoli" sotto la voce pensioni.