Arriva un nuovo importante aggiornamento in merito al c.d. mini - pacchetto di provvedimenti sul comparto previdenziale che il Governo inserirà all'interno della prossima legge di bilancio. Il nuovo anticipo pensionistico di stampo volontario è infatti stato prorogato di un ulteriore anno, diventando fruibile fino alla fine del 2019. Ricordiamo che il provvedimento è in vigore a partire dallo scorso 18 ottobre (data successiva alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale), ma non risulta ancora possibile effettuare richiesta perché sono tutt'ora in fase di conclusione gli accordi quadro con banche e assicurazioni.

Per trovare effettiva conferma, bisognerà comunque attendere di poter leggere il contenuto del testo finale riguardante la nuova Manovra, che dovrebbe arrivare entro la prossima settimana. A breve infatti partirà anche la relativa discussione parlamentare, con la successiva presentazione degli emendamenti destinati ad apportare nuove modifiche sul comparto.

Pensioni anticipate, più vicino anche l'avvio dell'APE aziendale

Assieme all'APE volontario è in arrivo anche il nuovo anticipo di stampo aziendale, nel quale è il datore di lavoro a sopportare il costo del prepensionamento. Nella pratica il provvedimento prevede che durante la fase di anticipo il lavoratore riceva un assegno erogato dall'Inps tramite una convenzione bancaria - assicurativa, che poi viene rimborsata raggiunta l'età di pensionamento tramite assegno di vecchiaia attraverso rate mensili.

Il costo del rimborso è però a carico dell'azienda e viene sterilizzato tramite versamenti aggiuntivi finalizzati ad aumentare l'importo della pensione e quindi a neutralizzare l'onere connesso al prestito. L'azienda, a sua volta, potrà fare ricorso ai fondi di solidarietà settoriali per incentivare l'esodo del personale e far ripartire il turn over.

Ricordiamo però che questo strumento è disponibile solo nei confronti dei lavoratori privati. Sono esclusi quindi i dipendenti della pubblica amministrazione. La dote aziendale accrescerà inoltre il montante del lavoratore (e quindi il suo futuro assegno) a compensazione. Questo significa anche che una volta restituito il prestito, il vantaggio sul maggiore importo dell'assegno sarà consolidato dal futuro pensionato in via permanente.

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