Le proposte del Governo per ampliare i meccanismi di pensionamento già anticipati con la scorsa Manovra hanno allo studio un allargamento della platea dei beneficiari dell'APE sociale, oltre ad un allungamento dell'APE volontaria. Misure che risultano molto attese, anche se al momento non sembrano poter accogliere pienamente le richieste dei lavoratori. Facciamo insieme il punto della situazione per capire quali sono i provvedimenti che al momento hanno maggiore probabilità di apparire all'interno della prossima legge di bilancio 2018.

Pensioni e anticipo sociale: verso allargamento della platea

Partiamo proprio dall'APE sociale, per il quale risultano in discussione due interventi correttivi. Il primo prevede di rendere più semplice l'accesso alle lavoratrici madri, con l'obiettivo di valorizzare ai fini contributivi i lavori di cura. In questo senso, ogni lavoratrice dovrebbe potersi veder riconoscere un bonus di sei mensilità per ogni figlio, per uno sconto massimo di due anni. Per quanto riguarda invece i lavoratori che hanno svolto contratti a termine, sarà consentito effettuare domanda a partire dai 63 anni (età di ingresso per l'APE) purché si sia chiuso l'ultima attività lavorativa entro i 36 mesi precedenti all'inoltro della domanda presso l'Inps.

Secondo le stime del Governo, questi due nuovi provvedimenti di apertura potrebbero contribuire ad ampliare la platea degli Apisti di oltre 6500 posizioni solo nel prossimo anno.

APE volontaria e aziendale prorogate di un anno

A fianco dell'apertura per le donne ed i contrattisti a termine sull'anticipo tutelato si aggiunge un provvedimento rivolto a coloro che risultano potenziali destinatari dell'APE volontaria o aziendale.

Si tratta di una misura nella quale il requisito contributivo scende dai 30 - 36 anni ai 20 anni di versamenti (mentre il vincolo anagrafico rimane fissato a 63 anni). Il contraltare è rappresentato da una penalizzazione ventennale corrispondente alla rata di restituzione del prestito ponte sottoscritto assieme all'anticipo, che nel caso dell'APE aziendale resterà a carico del datore di lavoro.

Su questa base, il Governo ha deciso di ampliare di un'ulteriore anno la sperimentazione, estendendola fino al 2019.

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